Roku Gin: dal Giappone seguendo il corso delle stagioni

 “Alive with the seasons of Japan” è il claim con cui si è presentato Roku Gin, in una serata esclusiva al Locale di Firenze

La serata fiorentina del 16 dicembre, riservata alla stampa di settore, è  stata dedicata alla campagna di Roku GinAlive with the seasons of Japan” che ruota intorno alle stagioni del Giappone, di cui questo gin è l’emblema. Gin premium, artigianale e prodotto con 6 botanicals giapponesi.  Roku Gin è un fiore all’occhiello  di Beam Suntory, presente nel catalogo di Stock Spirits Srl, di cui è il distributore italiano unico ed esclusivo.

Il claim “ Alive with the seasons of Japan ” vuole raccontare che Roku è fatto “con” e “dalle” stagioni del Giappone, presenti in ogni sua singola goccia. Naturalmente per essere tale, non può essere come gli altri gin. Vediamo perchè.

Un intero anno è necessario per raccogliere le 6 botaniche giapponesi che fanno di Roku un Gin unico

Inoltre, queste botaniche vengono raccolte nell’esatto periodo dello “ Shun ”, ossia il momento della massima fioritura stagionale ed espressione topica che un elemento naturale possa avere. In  primavera il focus è sui fiori e le foglie di Sakura, che possono essere raccolti soltanto per 10 giorni all’anno. L’estate è riservata alla raccolta dei tè Sencha e tè Gyokuro (due prefetture da cui provengono queste tipologie di tè); in autunno è la volta del pepe Sansho, autoctono che cresce solo in Giappone, mentre in inverno il protagonista è lo Yuzu, un agrume del quale vengono utilizzate soltanto le scorze da cui si ricavano gli oli essenziali per dare profumo al gin. Il meglio di ogni stagione, raccolto a mano, infuso e distillato il giorno stesso della raccolta, preservandone freschezza, fraganza e unicità che solo la terra giapponese sa offrire. Cosa vuole raccontare Roku? Che la Natura è viva. Che il dono di ogni stagione è prezioso. Ci dice che lo “Shun” lo si può “catturare”, “sentire”. E che nel momento della condivisione, ogni Roku Drinker può avvicinarsi al proprio “Shun” e quindi alle 6 botaniche da cui nasce. Roku in giapponese, infatti, vuole dire sei. E sei sono anche i lati della forma esagonale della bottiglia di questo speciale Gin.

 

Suntory è stata la prima distilleria di malti in Giappone

Shinjiro Torii nel 1899 creò qualcosa che fino ad allora non esisteva: la distillazione del gin e dei distillati di derivazione europea. Il primo gin di casa Suntory è datato 1936 e fu il primo gin giapponese mai prodotto. Roku è figlio di questo gin, da cui ha ereditato le 8 botanicals originali, classiche dei gin londinesi, tra cui ginepro, coriandolo, angelica, cardamomo, cannella, arancio e limone.

La serata di presentazione si è svolta, appunto, presso Il Locale Firenze: luogo cult nel cuore del centro storico della città rinascimentale.  Entrato di recente al 51^ posto nella The World’s 50 Best Bars , è un “locale” poliedrico, ristorante, american bar, location, laboratorio e molto altro. Sicuramente una scelta azzeccata, combinando la sofisticata particolarità degli ambienti con la raffinata natura di Roku gin.  Immerso nello storico Palazzo Concini, recentemente restaurato con un massiccio intervento di ristrutturazione, pur mantenendo lo splendore originale, è appartenuto, tra gli altri, a Bartolomeo Concini (da cui  il nome), il diplomatico più influente nella città del ‘500. Il bar sorge dove un tempo si trovava la loggia coperta e il cortile da cui entravano le carrozze. Il seminterrato oggi ospita anche un laboratorio dove vengono  prodotti in maniera totalemente artigianale gli ingredienti utilizzati per i cocktail serviti al bar.

L’introduzione a cura di Marco Gheza, Brand Ambassador di Beam Suntory, ci ha portato dentro alla filosofia di Roku e alla scelta della sua bottiglia esagonale, come se ogni faccia rappresentasse  le 6 spezie che compongono questo gin.

Il 6 incarna il numero perfetto per la cultura giapponese e, basandosi sulla perfezione numerica rappresentata questo numero, Roku incamera le 6 botanicals scelte per la sua realizzazione. Spezie e piante che raccontano il Giappone e la sua stagionalità in maniera esemplare, in una rappresentazione di legame indissolubile con il territorio, con la lentezza del tempo e dell’artigianalità dei maestri vetrai giapponesi. Sinomino di passaggio, di tempo e stagioni appunto, dove in Giappone il tempo ha 24 facce: 12 mesi dell’anno, e, tra un mese e l’altro, c’è una transizione temporale che, sommata alle 12 mensilità, crea 24 facce del tempo.

Il resident Chef Simone Caponnetto, con la collaborazione dello Chef Andrea Magnelli, ha curato il menù della serata, proponendo piatti autentici e ricercati, dal respiro internazionale, in abbianamento ai cocktail proposti a base di Roku Gin, che sono stati ideati dal Barman Matteo Di Ienno.

I piatti si sono susseguiti con ritmicità cadenzata da spiegazione degli ingredienti e lavorazioni delle materie prime, parallelamente al racconto del drink in abbinamento.

Molto azzeccate alcune combinazioni piatto/cocktail, come per esempio il “Carciofoni” (Roku gin, genziana, vermouth bianco, soda e carciofo) accompagnato da Antichuco di piccione, spinacino alla brace e limone:

 

Abbiamo avuto la possibilità anche di degustare Roku in purezza in modo da analizzarne appieno gli aromi, le essenze, il carattere originale dato dall’imprinting delle preziose materie prime che stanno alla sua base. Bilanciato e intenso, teso ma avvolgente, ricco di aromi ben delineati tra loco, che si rincorrono tra olfatto e gusto in una piacevolissima sensazione speziata, agrumata e floreale.

Una serata di alto valore qualitativo e di grande unicità, rappresentata dalla lentezza, quella sana che solo i giapponesi sanno insegnare e da cui si trae la vera essenza del vivere bene e di gusto. Complimenti a tutto lo staff.

Si ringrazia sentitamente Beam Suntory, Stock Spirits Italia e l’ufficio stampa:

Carlo Dutto
Ufficio Stampa Stock Spirits / Beam Suntory
per I  Maestri del Cocktail

cell. 348 0646089
carlodutto@hotmail.it

 

Sara Cintelli

Sara Cintelli

Fiorentina DOCG, nata e cresciuta a Firenze, dove ancora oggi vivo e lavoro. Amo il vino, per questo sono qui. E' diventata la mia professione. Ne scrivo, lo cerco e lo racconto, nella mia mai doma ricerca di stupore.

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