Intervista ad Andrea Scaccini, vincitore dell’XI edizione del Premio Gambelli 2023

Andrea Scaccini, giovanissimo enologo di 28 anni, ha vinto l’undicesima edizione del  Premio Gambelli 2023

 

Quest’anno è Andrea Scaccini il vincitore del Premio dedicato a Giulio Gambelli, che ricevuto il prestigioso riconoscimento lo scorso 12 novembre a Montalcino in occasione dell’anteprima Benvenuto Brunello. Aset Toscana (Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana) e il network di giornalisti “IGP I Giovani Promettenti” hanno voluto celebrare il grande Maestro del Sangiovese, scomparso nel 2012, con un riconoscimento al miglior enologo under 40 che ogni anno dimostra di interpretare al meglio “il modo di fare vino” come lo intendeva Giulio.

Giunto alla sua XI^ edizione, il premio valorizza il lavoro di giovani e talentuosi enologi che dimostrano sensibilità e attitudine alla produzione vinicola secondo i dettami del Maestro Gambelli.

Andrea, classe 1994 è originario di Montepulciano, dove tutt’oggi vive e lavora. Giovanissimo, ha di recente celebrato ben tre begli eventi nel solo mese di novembre: è diventato papà, ha compiuto 28 anni e ha vinto il Premio Gambelli! Un mese davvero denso di avvenimenti bellissimi, complimenti!

L’ho incontrato durante una mia recente visita presso l’azienda in cui opera (Bindella – Tenuta Vallocaia) e ho scambiato quattro chiacchiere con lui.

S: Andrea, intanto ancora complimenti per il premio conquistato! Vorrei chiederti come e quando nasce il tuo interesse per l’enologia, e per il Sangiovese, in particolare? 

A:  La passione per l’agricoltura e per l’enologia nasce dalle mie origini, venendo da un famiglia contadina, del territorio di Montepulciano ed essendo io veramente cresciuto in mezzo ai vigneti. Questo mi ha spinto fin da piccolo ad interessarmi alla materia e ad orientarmi verso studi incentrati sul campo agrario, prima all’Istituto Agrario Angelo Vegni di Capezzine (Arezzo – ndr) e poi alla facoltà di Enologia a Firenze. E’ stata una passione coltivata davvero fin da piccolo.

S: Giulio Gambelli quando è arrivato nella tua vita?

A: Da adulto, non lo conoscevo quando ero più ragazzino.

S: Perché hai deciso di partecipare al Premio Gambelli?

A.  L’incentivo ad iscrivermi mi è stato dato da una collega, Francesca. Mi incitò a partecipare e io, interessato alla cosa, decisi di approfondire la conoscenza su Gambelli, la sua professionalità e i suoi obiettivi, realizzando che qui a Vallocaia lavoriamo in un modo molto vicino alla sua filosofia. Il rispetto del territorio è imprescindibile per noi, è alla base del nostro lavoro, tanto che produciamo tre tipologie di Nobile di Montepulciano sulla base dei singoli territori su cui sorgono i nostri vigneti.

S: Cosa rappresenta per te questa vittoria?

A: Significa che sto, stiamo lavorando nella giusta direzione. Se Gambelli era un idolo dell’enologia italiana, allora forse vuol dire che quello che stiamo facendo è un buon lavoro, veramente apprezzato anche dal consumatore.

S: Dai un consiglio ai tuoi colleghi che vorrebbero partecipare al premio Gambelli l’anno prossimo

A:  Mi sento di dire loro che non è importante fare il vino più buono del mondo, ma per centrare il tema Gambelli è fondamentale valorizzare sempre il territorio in cui si opera, rispettarlo al massimo e in ogni aspetto è cruciale per tutta la nostra enologia e per il nostro paese in generale.

S: Quali sono i tuoi progetti per il futuro a breve-medio termine?

A: sicuramente continuare a lavorare qui a Vallocaia e sostenere il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano che sta promuovendo molte attività innovative per i consorziati, aiutando i produttori nella valorizzazione del territorio con l’introduzione delle Pievi. Ci sono sicuramente molte novità in divenire anche in termini di metodo di lavoro, ricerca in cantina, vinificazioni, ecc.

Ringrazio Andrea Scaccini per il tempo che mi ha dedicato e l’azienda Bindella Tenuta Vallocaia per l’ospitalità.

 

Sara Cintelli

Sara Cintelli

Fiorentina DOCG, nata e cresciuta a Firenze, dove ancora oggi vivo e lavoro. Amo il vino, per questo sono qui. E' diventata la mia professione. Ne scrivo, lo cerco e lo racconto, nella mia mai doma ricerca di stupore.

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