L’Altra Toscana in una buona prima performance nell’anteprima 2022
Venerdì 25 marzo si è concluso il primo appuntamento con L’Altra Toscana, la novità di quest’anno delle “Anteprime di Toscana” iniziate il 19 marzo con “PrimAnteprima 2022”.
Organizzato all’interno del Complesso Museale di Santa Maria Novella a Firenze, giornalisti e operatori hanno potuto degustare oltre 330 etichette di 13 diverse DOC e DOCG approfondendo il potenziale dei 10 Consorzi di Tutela: Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Terre di Casole, Terre di Pisa e Valdarno di Sopra. Una Toscana del vino diversa, meno conosciuta e ora più che mai pronta per farsi avanti.
“Un bel debutto per questo evento che vuole essere un punto di partenza” spiega Francesco Mazzei, aggiungendo che“si tratta di un percorso che ha l’obiettivo di mettere in luce le diversità e le potenzialità di uno spaccato dell’enologia toscana estremamente variegato e interessante, soprattutto per i consumatori più curiosi”.
Varietà e differenze territoriali hanno animato la giornata di degustazione: sempre molto bene Cortona, Carmignano con le sue storiche icone, da rivalutare alla grande le poco chiaccierate Colline Lucchesi. Bene tanti Bianchi dalla Maremma; qualche certezza dalle Terre di Pisa e gran bei campioni da Terre di Casole e Montecucco.
Oltre alle numerose etichette in assaggio e la possibilità di parlare con produttori e presidenti dei consorzi, presenti in momenti alterni ai desk posti ai lati del salone, il programma della giornata ha previsto tre masterclass, condotte dal primo Master of Wine italiano Gabriele Gorelli.
Gorelli ha commentato: “Se alcune denominazioni hanno confermato il loro status, tipo Carmignano e Chianti Rufina, attraverso soprattutto le vecchie annate, gli emergenti – non i minori – hanno dimostrato di meritarsi grande attenzione con uno stile più contemporaneo e proiettato ad intercettare i consumatori più giovani. L’Altra Toscana sicuramente rompe un po’ il campanilismo toscano portando avanti il messaggio dell’importanza del fare sistema”,
La prima Masterclass, “L’Altro Sangiovese. Blind tasting dei Cru di una Toscana da scoprire”, ha evidenziato quanto queste denominazioni meno blasonate e, forse, raccontate, possano sorprendere nella loro profondità e precisione. Una sfida vinta a mani basse.
Atrium Orcia DOC Sangiovese Riserva 2016 racconta di beva slanciata e vellutata, accarezzata da un’annata benedetta. Stupiscono le Colline Lucchesi con Fubbiano Riserva 2019 da Sangiovese e Canaiolo leggadri, rotondi e freschi. Terre di Casole scattante e snello nel calice di Stebbi 2018 di Podere di Casole, avvolto da un floreale intenso, salino e arricchito da pennellate fumé.
La seconda, dal titolo “Il valore del tempo. Le longevità che non ti aspetti” ha veramente stupito per l’eternità di certi vini, disposti a sfidare i decenni senza timore alcuno di essere scalfiti o uscirne perdenti.
Incredibile ancora lo scheletro del Chianti Rufina a sorreggere il corpo del Selvapiana 1980. Impeccabile il Carmignano di Capezzana 1981, terza volta in cui ho avuto la fortuna di degustarlo, sempre integro e ancora in grado di affrontare anni di bottiglia. Sorprendente Le Macchie 2010 di Pietro Cariorgna da Terre di Casole: solido, tridimensionale nel sorso e nella pulizia degli aromi netti di spezie, cuoio, ciliegia sotto spirito. Benissimo anche Montecucco rappresentato da Campi Nuovi Sangiovese Riserva 2012 fine e puntuale nel sorso verticale, succoso e profondo. Persistenza lunghissima e caleidoscopio di sentori nel Caberlot 2013, rigorosamente in Magnum, da Podere Il Carnasciale – Valdarno di Sopra: spettro aromatico vastissimo, dal pout pourri alla macchia mediterranea, frutti neri maturi a rincorrersi nel sorso fresco e vibrante.
Una Toscana del vino sicuramente meno conosciuta ma altrettanto interessante, dove la viticoltura biologica primeggia e dove molteplici realtà, anche di piccole dimensioni, coltivano la vite da secoli. Una forte tradizione si intreccia anche con approcci “alternativi” – in vigna e in cantina – proponendo una scelta ampia e curiosa: la diversità è proprio il valore aggiunto di questo gruppo riunito sotto il “macro” Consorzio L’Altra Toscana.
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