Quattro stelle per l’annata 2018 di Anteprima Sagrantino di Montefalco

L’annata 2018 del Sagrantino di Montefalco è stata valutata a 4 stelle  (92/100) in occasione dell’Anteprima del 24-25-26 maggio

Le ultime da Anteprima Sagrantino, evento organizzato dal Consorzio Tutela Vini Montefalco a fianco di Miriade and Partners per la presentazione alla stampa e agli operatori del settore dell’annata 2018 del Montefalco Sagrantino Docg e delle nuove annate delle denominazioni del territorio di Montefalco e Spoleto, proposte nella tre giorni 24-25-26 maggio.

“Vinopolitana” è stata una delle novità di questa edizione: ogni azienda aderente all’Anteprima Sagrantino è stata dotata di un cartello indicativo con il proprio nome, in stile fermata metro di Londra, e un pancale di legno adibito a panchina. Diventente davvero!

Altra new entry di quest’anno, una App attraverso la quale poter prenotare le fasce orarie di degustazione in Sala Consiliare e le visite/eventi organizzati presso le cantine della zona.

Tre giorni intensi e produttivi alla scoperta delle nuove annate e del territorio umbro, culminati giovedì 26 maggio con la presentazione dell’annata 2018 presso il Complesso Museale di San Francesco. Alla presenza di autorità,  produttori e della stampa italiana ed internazionale, la 2018 è stata valutata 4 stelle (92/100) che di fatto la colloca a “metà strada” tra la eccellente 2016 (5 stelle) e la discreta 2017 (3 stelle).

In occasione della presentazione, è stato anche assegnato il consueto premio dell’iniziativa “Etichetta d’autore”  concorso rivolto a giovani fumettisti, italiani e stranieri, che operano sul territorio nazionale. L’opera vincente, prodotta da Alessandra Piccini, illustratrice e restauratrice, diventerà l’etichetta celebrativa dell’annata 2018 del Montefalco Sagrantino Docg

Proclamato anche il vincitore del Gran Premio del Sagrantino: si tratta di Isacco Giuliani, sommelier della delegazione di Ferrara che si è aggiudicato l’ambito concorso organizzato dall’AIS in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini Montefalco, che ha visto a Montefalco professionisti da tutta Italia. Secondo posto per Luisa Dicuonzo della delegazione Bat Svevia, terzo e quarto posto parimerito per Salvatore Poddesu della delegazione Cliento e Benedetta Costanzo della delegazione Arezzo

Quest’anno ho potuto partecipare ad una sola giornata di degustazione ed attività dedicate all’anteprima Sagrantino, ma un’idea dell’annta me la sono fatta.

41 cantine aderenti su 61 socie del Consorzio (a fronte di 76 totali) che hanno partecipato all’evento presentando il loro Sagrantino 2018 secco (47 campioni) e versione passita (6 etichette), oltre alla possibilità di degustare le annate già in commercio, compresi i bianchi Trebbiano Spoletino, Grechetto e i Rosso di Montefalco con le relative riserve.

L’annata 2018 racconta di una stagione abbastanza fresca e piovosa e molto meno siccitosa, se paraganata all’arida 2017.  Sottraendo il calore espresso dagli assaggi dello scorso anno, infatti, nella 2018 si ritrovano al sorso maggiori segnali di buona bevibilità e freschezza in diversi campioni degustati. Al contrario, in altri ha predominato la netta percezione di frutto surmaturo e conseguente sovrastruttara di beva, frenata da una poco scalpitante freschezza. Tanta materia da integrarsi e distendersi – tannino in primis – auspicando il raggiungimento di maggior equilibrio gustativo dopo qualche anno di bottiglia.

Dalle informazioni ufficiali fornite dal Consorzio, si legge:

L’annata 2018 è stata molto più fresca e senza i picchi calorici della precedente, anche se iniziata con un mese di gennaio mite e poco piovoso. Successivamente c’è stato un leggero ritorno di freddo, durato fino alla metà di marzo, quindi le temperature si sono alzate repentinamente favorendo un germogliamento leggermente anticipato del Sagrantino. Aprile e maggio sono stati mesi piuttosto piovosi che hanno garantito una riserva idrica importante, con temperature leggermente inferiori alla media del periodo. Da giugno a metà agosto le precipitazioni sono state occasionali, senza tuttavia manifestare mai condizioni di calore estreme. A fine estate le temperature si sono abbassate, favorendo una regolare maturazione delle uve, anche grazie a un periodo asciutto e ventilato che si è protratto fino a metà ottobre. L’annata è stata sostanzialmente regolare e piuttosto classica, almeno considerando la curva climatica che stiamo vivendo, ha garantito uno sviluppo vegetativo equilibrato che ha portato a una vendemmia graduale, pienamente soddisfacente e di ottimo livello. Le temperature fresche di fine estate, condite da piogge sporadiche e buona ventilazione, hanno permesso di portare in cantina uve mature e con buoni livelli di acidità. Tutto questo si è tradotto in vini molto equilibrati, senza eccessi aromatici, alcolici né fenolici. I Sagrantino sono a loro modo “classici”: nel solco caratteriale della varietà, mostrano intensità e dinamismo, profondità, ottima finezza tannica e propensione all’invecchiamento”

Da considerare anche che la maggior parte dei vini erano ancora campioni da botte, perciò da prendere come tali (su questo ci sarebbe da aprire una grossa parentesi ma lasciamo stare).

Nessuna classifica, come mio solito, vi riporto di seguito. Solo qualche nota sparsa tra i miei appunti, frutto di degustazioni alla cieca dei Sagrantino 2018 (non per forza in questo ordine) per dare un’idea di quelli che, secondo me, possono alzare essere meritevoli delle 4 stelle.

Moretti Omero – Al naso si apre subito con macchia mediterranea selvatica, ricco e intenso che fa strada poi a un floreale fresco e piacevole. Sorso soffice, abbastanza slanciato e ricco di note dolci come liquerizia e caffè

Adanti Apre con note di erbe fresche tipo rosmarino, origano. Floreale scuro in appassimento. Caffè e spezie dolci. Accenni di burro di cacao seguiti da frutti neri di rovo. Tannino graffiante (Ça va sans dire), buona la freschezza che accompagna la beva dall’inizio alla fine

Cocco Ilaria – Rubino cupo, pieno, quasi nero mirtillo. Mora in confettura, bosco intenso, nota di liquerizia, profondità balsamica. Bellissimo al naso. Bocca rotonda e ruvida allo stesso tempo, altalena di sensazioni condite da acidità rinfrescante. Una rivelazione, vista la giovane età della cantina (2013)

Lungarotti – Fresco di macchia mediterranea e lieve grafite.  Cacao e noce sgusciata, note fumè in chiusura. Inutile aggiungere la ben fatta impronta tannica evidente, probabilmente anche frutto della somma con gli assaggi precedenti

L’anno scorso, ricordo, qualcuno accennava alla possibilità, tutt’oggi in valutazione da parte degli addetti ai lavori, di apporre una modifica al disciplinare di produzione del Sagrantino, inserendo la tipologia Riserva. Ad oggi non esiste tale versione ma volevo sapere se erano stati fatti dei passi avanti (o indietro) rispetto a questa ipotesi, così ho fatto qualche domanda al neo Presidente del Consorzio, Giampaolo Tabarrini.

“Quando mi dicono di fare una riserva, un superiore o come lo potremmo chiamare, io credo che la cosa importante sia non tanto seguire la direzione o il nome, quanto invece capire l’effettiva volontà di realizzarlo” mi dice il Presidente “Il fatto che ci sia la volontà di scoprire un Sagrantino diverso da parte di tutti, ormai è  evidente” prosegue, e aggiunge: “il problema, per così dire, pare essere che le tante anime presenti stiano andando in direzioni diverse perchè tutte pensano di aver trovato la coppa con l’oro in fondo all’arcobaleno, ma di arcobaleni, lo sappiamo, ce ne sono tanti e in tanti posti differenti”. La questione sta nel dover decidere le sorti di un territorio nel caso in cui Montefalco scelga di deliberare la produzione di una Riserva, di un Superiore o di una Riserva Superiore (ora tecnicamente appellabile, cosa non ammessa da nessun disciplinare finora in uso: il Sagrantino Montefalco sarebbe la prima denominazione a fregiarsene). Prima di assegnare un nome all’ipotetica nuova referenza, c’è da capire come possa rappresentare, comunicare, evidenziare e raccontare il proprio territorio. Prima va definita l’identità e solo dopo sarà possibile dargli un nome appropriato. Secondo Tabarrini, la denominazione è sì adulta, maggiorenne e capace, ma non ancora dotata di quella maturità ed esperienza adatte a delineare la questione. Insomma, un neopatentato che ha sì il documento ottenuto meritatamente per guidare un automezzo, ma non ancora la pratica sufficiente per poterlo considerare un esperto guidatore.

Chiedo poi al Presidente lumi sullo studio di zonazione del territorio. “Il progetto di zonazione era nato tanti anni fa, circa 25. Era nell’aria già all’epoca e si è poi sviluppato con il primo lavoro fatto da Masnaghetti” racconta Giampaolo – “che è una prima forma di zonazione” conclude. Infatti, tale mappa è una carta a colori dei vigneti esistenti all’interno della denominazione Montefalco con delimitazione, vigneto per vigneto, delle zone di produzione e la descrizione delle principali zone produttive e dei relativi cru. “Fare la zonazione dettagliata, e quindi attribuire valore a un terreno piuttosto che a un altro, sia in termini qualitatativi che in termini economici, significa andare a toccare il valore patrimoniale di un areale e questo diventa molto più complicato perchè non si discute più solo l’aspetto qualitativo ma anche del valore intrinseco del terreno stesso” Aggiunge Tabarrini. Secondo lui, i produttori devono essere abili storyteller, raccontando dove stanno le differenze tra i vari versanti produttivi. Sarà il consumatore ad attribuire i valori e le preferenze e sarà lì che i vignaioli asseconderanno le scelte di chi ha ragione e cioè di chi il vino lo compra. Attendiamo sviluppi…

Grazie infinite a Pier Paolo Metelli per la splendida foto col Presidente Tabarrini.

Sara Cintelli

Sara Cintelli

Fiorentina DOCG, nata e cresciuta a Firenze, dove ancora oggi vivo e lavoro. Amo il vino, per questo sono qui. E' diventata la mia professione. Ne scrivo, lo cerco e lo racconto, nella mia mai doma ricerca di stupore.

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