Podernuovo a Palazzone: un crocevia di passione, armonia e rispetto

Podernuovo si trova precisamente nella frazione di Palazzone, comune di San Casciano dei Bagni (Siena), ma la sua ubicazione è in una zona di confine, bellissima, tra tre regioni: Toscana, Umbria e Lazio. La collina dove sorge la cantina si affaccia, infatti, sui versanti che guardano a queste tre aree. Non è un territorio certamente tra quelli maggiormente conosciuti (né promossi dalle autorità locali) come zona vinicola, essendo esso al di fuori di qualsiasi denominazione famosa e “convivendo” con le non distanti DOCG di Montepulciano, da un lato, e Montalcino dall’altro. Un areale vinicolo tutto da scoprire e Giovanni Bulgari, appassionato di terra e campagna da sempre, ne ha individuato il potenziale e qui ha messo radici, nel 2009, con la prima vendemmia. La cantina, espressione di eccellenza e qualità che sono alla base della filosofia di Giovanni, è costruita dentro alla collina su cui sorge, sfruttando il calore geotermico e fotovoltaico, minimizzando l’impatto sull’ambiente e le emissioni di CO2 (vicine allo zero). Una perfetta armonia nel rispetto della natura, fattore imprescindibile per la proprietà.

Autori del progetto archittetonico lo studio Alvisi Kirimoto (Massimo Alvisi e la moglie Junko Kirimoto, giapponese) che hanno ultimato il lavoro nel 2012. Junko è anche una illustratrice affermata: sue le etichette dei vini, in acquerello, ed il logo di Podernuovo che rappresenta le vigne stilizzate, decisamente in linea con la filosofia aziendale.

La tenuta si estende per 50 ettari, di cui circa la metà destinati a vigneto. Siamo a 300 mt slm e il clima favorisce una eccellente escursione termica, ottimale per la produzione vinicola. I vitigni coltivati a Podernuovo sono diversi, spicca tra tutti il re Sangiovese, accompagnato, tra gli altri, da Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc (su cui  puntano molto, e ne hanno motivo) e Montepulciano. La bacca bianca, rappresentata da Chardonnay e Grechetto, arriva dalla vicina Umbria, da alcuni vigneti di proprietà dell’azienda. Oltre ad essere una terra di confine geografico, questa zona è anche un crocevia di differenti terreni, infatti si trovano argille miste, limo, calcare, arenarie e fossili.

Nessuna certificazione biologica, per scelta, ma ogni attività in vigna e in cantina viene eseguita nel massimo rispetto della natura. Da evidenziare anche la presenza di api per la produzione di miele, oltre all’orto e alla produzione di  farine e salumi.

Ho chiesto a Giovanni da dove nasca la sua passione per la campagna e cosa rappresenti per lui il vino, dato che molto spesso è presente anche a lavorare in vigna, in prima persona, ed abita in una casa proprio accanto alla tenuta.

“Io credo che il vino sia la massima espressione dell’agricoltura in assoluto. Sono partito come appassionato di agricoltura prima di tutto e ho capito che ciò che tu puoi fare producendo vino, è incredibile. Il lavoro in vigna è tutto, non hai mai un traguardo vero e proprio che puoi raggiungere , ma puoi fare sempre qualcosa di più e meglio.”

La cantina è un esempio, oltre che di bellezza stilistica ed artistica, di pulizia, ordine e precisione.

Le fermentazioni avvengono quasi sempre con lieviti indigeni (ma non si esclude l’utilizzo di lieviti selezionati, in caso di necessità) siano esse in acciaio, in tini tronco-conici o in parte in barriques, a seconda della tipologia di vino.

Curiosa come sono, non potevo non salire per guardare i tini dall’alto e riempirmi gli occhi di quel porpora attaccato alle pareti del legno e immaginare il vino che avrei assaggiato di lì a poco!

La barriccaia si mostra dalla sala degustazione sovrastante, da cui si vede anche la cantina di vinificazione.

La sala degustazione trasmette relax e pace, arredata con gusto sobrio e dai colori in linea con l’ambiente. Illuminata dalla luce naturale che arriva dalla grande vetrata, si affaccia sulla collina da cui nasce la cantina.

Insieme al gustoso aperitivo di benvenuto, iniziamo la degustazione del primo vino: Nicoleo 2019 (IGT Toscana). Un omaggio ai figli di Giovanni, Nico e Leone, nasce da uve Chardonnay e Grechetto pressoché in uguale percentuale, dai vigneti presenti in Umbria, come detto, e vinificati a Podernuovo.

La parziale fermentazione in barriques (circa 30% della massa) gli regala quella parte morbida e cremosa che si integra perfettamente alla freschezza del vino, che nasce per la maggior parte in acciaio. Malolattica svolta. Anche a temperatura leggermente più alta, rimane equilibrato al sorso e conserva il bouquet vivace di erbe aromatiche, agrumi e fiori freschi a sostegno della piacevolezza di beva. E il tutto abbellisce e illumina questo maggio, figlio in una primavera ancora tanto incerta (da ogni punto di vista…).

Ci sediamo a tavola e in un susseguirsi di prelibatezze preparate dallo Chef, degustiamo i tre rossi aziendali.

Therra 2015 –  Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon, Montepulciano.  Il nome vuole rendere omaggio alla terra da cui nasce, potente e variegata. Non si può e non si deve definire il “vino d’ingresso” perchè non si merita questa etichetta. Rubino impenetrabile, come il fondo scuro del tino tronco conico di prima. Spiccano i classici frutti di bosco maturi e note terziare di pepe e tabacco ( figli di 18 gg di macerazione, fermentazione e affinamento in barriques, per finire gli ultimi 6 mesi in cemento, a stabilizzarsi). E’ un vino con carattere, di struttura materica e che ha bisogno di tempo per distendersi ed assestarsi. Oggi in commercio c’è la 2017, ma anche la 2015 mostra ancora qualche segno di precoce aggressività, con un tannino graffiante e piuttosto “egocentrico”, come un adolescente capriccioso, ma che sa cosa vuole diventare da grande.

Sotirio 2016 IGT Toscana – 100% Sangiovese. Altro omaggio alla famiglia, questa volta al capostipite Sotirio, trisavolo di Giovanni e fondatore della dinastia Bulgari. Fermentazione in tini tronco conici, segue malolattica e affinamento in botti di rovere da 1000 L per circa 12 mesi,oltre a 20 mesi di riposto in bottiglia. Elegante e setoso, figlio di uve super selezionate, con scelta maniacale dei grappoli da utilizzare. Balsamico e avvolgente, dinamico e carnoso, sorretto da un’acidità spiazzante. Chiude con ricordi di spezie orientali e una scia di cacao che lo rende perfetto anche da solo, calice dopo calice, da sorseggiare in una fresca notte di primavera, in cerca delle prime stelle cadenti.

Argirio 2016 IGT Toscana- 100% Cabernet Franc. Il vino su cui l’azienda punta, il cavallo di razza sul quale scommettere per vincere. Decisamente un vino che non tarderà a competere con le iconiche, già famose, rappresentanti toscane di Franc in purezza. Prende il nome dalle argille (blu) presenti nel terreno da cui nasce.

Macerazione sulle bucce per circa 20 giorni. Fermentazione alcolica in tini tronco conici di rovere da 1500 Lt e  malolattica in barriques. Affina per 12 mesi sempre in barriques, cui seguono ulteriori 4 mesi in cemento e 12 mesi di bottiglia. A calice fermo racconta tutta la sua intensità olfattiva, con un’esplosione floreale (rose rosse e begonie) e di frutti scuri in confettura e croccanti insieme (mora e ciliegia, ribes e lampone). Alla prima rotazione, prende campo dominante la nota sulfurea, marcatore inconfondibile del territorio termale su cui sorgono i vigneti. Seguono lievi rimandi classici vegetali di peperone e macchia mediterranea. In bocca è solido, sollevato da un sorso succoso ed estremamente elagante. Spinge sul palato grazie alla freschezza che, come un direttore d’orchestra, conduce i giochi in un’armonia di bocca disarmante. Un grande vino davvero, equilibrato nella sua potenza e di grande finezza.

Podernuovo a Palazzone è un’azienda di cui sentieremo molto parlare, da oggi in poi. Il progetto in atto è importante, la macchina comunicativa, con azioni mirate (e non casuali o volte “alla massa”, fini a se stesse), è partita. In programma c’è anche uno sviluppo dell’enoturismo con grandi iniziative e molteplici attività da offrire agli ospiti che arriveranno in azienda.

Grazie a Giovanni Bulgari, Letizia Bernardini (Hospitality manager),  Francesco Poggi (Export manager) e…Thomas, per l’invito, il tempo dedicato e la squisita ospitalità.

 

 

Sara Cintelli

Sara Cintelli

Fiorentina DOCG, nata e cresciuta a Firenze, dove ancora oggi vivo e lavoro. Amo il vino, per questo sono qui. E' diventata la mia professione. Ne scrivo, lo cerco e lo racconto, nella mia mai doma ricerca di stupore.

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