Amarone Opera Prima: presentata l’annata 2017

Amarone Opera prima: presentata l’annata 2017 eccezionalmente il 19 giugno

Il Consorzio della Valpolicella ha programmato la presentazione dell’Amarone 2017  per stampa prima, operatori e pubblico poi, nelle giornate di domenica 19 e lunedì 20 giugno. Una decisione presa a seguito dell’obbligatorio “stop agli eventi” ancora in essere ad inizio anno, a causa della persistenza dell’emergenza Covid-19, motivo per cui è slittata da fine gennaio (periodo consueto in cui veniva organizzata la manifestazione) ai primi giorni dell’estate.

Molti colleghi mi hanno chiesto come abbia fatto a degustare Amarone in questa stagione, specialmente in settimane come queste, dove le alte temperature, l’afa e il mindset non esattamente predisposto all’assaggio di vini rossi (specie l’Amarone) non danno certo una mano. Onestamente, dopo aver partecipato ad altre anteprime organizzate in tarda primavera degustare questi 39 campioni di Amarone della Valpolicella non è stato affatto faticoso come si potrebbe immaginare, o come può esserlo stato in qualche passata edizione dell’anteprima, seppur fatta a gennaio.

Complice il refrigerato Palazzo della Gran Guardia, sede storica che ospita l’evento, con la sala stampa a temperatura perfetta, così come i vini in degustazione (a qualche grado inferiore), uniti ad un preciso e ordinato servizio da parte dei Sommelier e mettiamoci anche la metà, circa, dei vini da assaggiare, è stato tutto piuttosto semplice. 39 contro i 74 campioni dell’ultima edizione in presenza (gennaio 2020) di cui 10 ancora in affinamento in botte e una sempre più chiara lettura dei produttori che raccontano un approccio differente nel proporre Amarone. Famoso e apprezzato per la sua complessa struttura, estratto secco da guiness dei primati con un minimo di 28,0 g/l e 32,0 g/l nella versione riserva (ma molti vanno oltre i 33-35 g/l anche sull’annata) e importanti titoli alcolometrici (min. 14% ma raramente si sta sotto i 15/16%), da qualche anno è in corso una “trasformazione” verso espressioni meno cariche, meno concentrate e che lasciano più spazio alla bevibilità anche sulle annate più giovani. Questo non significa snaturare l’identità di un prodotto storico e prestigioso come l’Amarone della Valpolicella, ma semplicemente adottare tecniche produttive che offrono un approccio più immediato e con meno sovrastrutture.

“È arrivato il momento di far emergere la versatilità dell’Amarone – spiega il presidente del Consorzio Valpolicella, Christian Marchesini – e di liberarlo da un preconcetto che non tiene conto dell’evoluzione stilistica e poliedrica del nostro vino premium. Si tratta di un percorso – prosegue Marchesini – che, senza rinunciare all’identità, intende valorizzare un cambiamento già in atto tra i produttori della Valpolicella. Siamo convinti che l’Amarone possa essere interpretato in maniera innovativa, attraverso l’esplorazione di nuovi canoni del gusto. Un passaggio fondamentale per rispondere all’esigenza condivisa di riportare il settore Horeca, e in particolare l’alta ristorazione, al centro della nuova strategia di azione e di promozione del Consorzio”.

Come si legge dai dati riferiti dal Consorzio, l’annata 2017 è stata caratterizzata da un clima caldo e dalla scarsità di precipitazioni, già dai mesi invernali. Gelate tardive hanno colpito la Valpolicella in aprile, provocando lievi danni, per fortuna, solo in un’area molto circoscritta. Nei mesi successivi le temperature sono state elevate, specie tra giugno e agosto, non senza fenomeni siccitosi. Tra fine agosto ed inizio settembre, a ridosso della vendemmia, si sono verificate anche delle grandinate,  arrecando danni più qualitativi che quantitativi e quindi non minacciando la produzione complessiva. Nel mese di settembre alcuni temporali hanno provocato abbassamenti repentini della temperatura rispetto alla media storica ma, nel complesso, lo stress climatico è stato ben sopportato dalla vite. In generale, con questa lettura della stagione 2017, nel calice si sono presentati campioni di buona acidità (non scontata con un clima del genere) e in molti assaggi la quasi totale assenza di eccessiva surmaturazione in favore di un corpo più snello e dinamico, ma ricco di sapore e impronta cromatica.

 

In ordine di degustazione – alla cieca – ho evidenziato questi campioni, a mio avviso da tenere a mente per il prossimo futuro:

 

CLEMENTI – Campione da botte – Sapore e calore, liquerizia e erbe officinali  a bilanciare, buona la freschezza, tannino deciso ma non invadente. Ben articolato

SECONDO MARCO – Campione da botte – Naso pulito e fresco, fiori fragranti, bocca balsamica con tannino già piuttosto composto e integrato. La classe ben in mostra, ma senza ostentarla

CA’ LA BIONDA – Ravazzol –  Inteso di cacao e spezie dolci, il sorso è leggero e leggiadro, guidato da un soffio agrumato di cedro, misto a balsamicità con una buona freschezza in chiusura

DOMINI VENETI – Bel bouquet floreale fresco di rosa rossa e begonia. Bocca morbida e fresca, piacevole speziatura unita ad una trama tannica in equilibrio

FALEZZE DI LUCA ANSELMI – Spettro olfattivo variegato, virando da spezie dolci al frutto maturo. Bocca avvolgente e sapida, gusto e sapore, tannino fine ma deciso

LA COLLINA DEI CILIEGI  – Ciliegio – Limpido e scattante di freschezza floreale, fragrante di frutti croccanti. Sorso snello e saporito, sapido e marino. Che buono!

MONTE ZOVO FAMIGLIA COTTINI – Erbette fresche e fiori,  al sorso regala buone vibrazioni sapide, succoso e fresco, liquerizia e nota mentolata nel finale lungo

MONTECI Quasi porpora all’occhio, floreale fresco e frutto a tutto tondo: ciliegia/amarena, prugna. Bocca calda e solida, racconta di una tostatura di tabacco e di caffè. Ottima acidità e chiusura pulita. Tannino spiccato ma ben fatto

NOVAIA – la rivelazione di questa Anteprima! Nota tostata lieve, burro cacao e confettura di arance amare, bocca carnosa e concentrata di frutti rossi, sapido nel finale scattante.

PASQUA Vigneti e Cantine –  Mix tra ematico e salino, pepe rosa e cannella. Il sorso è sapido e di grande freschezza, quasi piccante sul finale agrumato e di macchia mediterranea

SANTA SOFIA – Naso brioso, fresco di aliti di frutti rossi croccanti, bocca verticale e saporita, succosa e dinamica, nota fumè sul finale fresco

TERRE DI LEONE – Agrumi e spezie dolci in perfetto equilibrio, balsamicità rinfrescante e finale tostato, ben integrato con la trama tannica di ottima fattura

TORRE DI TERZOLAN – La nota tostata iniziale lascia poi spazio a soffi di lavanda e frutti rossi croccanti, intenso e fine. Sorso setoso e ben cesellato, finale sapido e lungo

Sara Cintelli

Sara Cintelli

Fiorentina DOCG, nata e cresciuta a Firenze, dove ancora oggi vivo e lavoro. Amo il vino, per questo sono qui. E' diventata la mia professione. Ne scrivo, lo cerco e lo racconto, nella mia mai doma ricerca di stupore.

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