Benvenuto Brunello 2022: l’anteprima in punta in piedi

Benvenuto Brunello 2022 ha presentato l’annata 2018 e la riserva 2017

Secondo anno consecutivo in cui il Consorzio del Brunello di Montalcino presenta l’annata di prossima immissione sul mercato –  a partire dal 1^ gennaio 2023 –  a novembre anziché a inizio anno, come le altre denominazioni toscane. Ben 11 le giornate, dall’11 al 21 novembre compresi, per poter degustare in anteprima l’annata 2018 e la riserva 2017. I primi giorni riservati ai grandi nomi di stampa nazionale e internazionale e successivamente dedicati ad operatori, winelovers e ancora qualche collega della stampa. Quest’anno, per motivi lavorativi e personali, ho avuto la possibilità di andare solamente l’ultimo giorno – 21 novembre – per effettuare gli assaggi. Pochi, a dir la verità. Sia per il limitato slot temporale concesso che per il numero di bottiglie disponibili. La fascia oraria dalle 9 alle 13 si riduce a poco più di tre ore perché tra che ti siedi, leggi l’elenco dei vini, “apparecchi” le tue cose per lavorare (PC, appunti ecc.) e il termine del servizio sommelier 15 minuti prima dell’orario di fine della fascia oraria, lascia ben poco spazio agli assaggi. Per non parlare del gran numero di referenze “terminate” la mattina del 21 novembre, appunto. Tanti, troppi gli assenti, dai grandi nomi ai piccoli produttori. La domanda che mi faccio (e che faccio al Consorzio) è: ha senso far durare l’anteprima Brunello 11 giorni se poi non ci sono più i vini disponibili e si assaggia solo ciò che è rimasto? Mi dicono colleghi che erano presenti diversi giorni prima di me che anche allora diverse etichette erano già esaurite. Questa parte è sicuramente da rivedere e migliorare per la prossima edizione, insieme all’elenco di persone (personaggi, soprattutto…)  che forse non ha senso partecipino alle giornate per la stampa, ma che sarebbe meglio “spostare” a fine anteprima, dove basta la sala allestita e un calice sul tavolo per fare le foto, curandosi ben poco dei vini in degustazione perché, anche se ne sono rimasti pochi da assaggiare, non ha importanza.

Due anni fa, in tempi di Covid, fu tutto un altro degustare: giornata intera riservata alla stampa, 99% delle referenze elencate disponibili, insomma tutto un altro lavorare. Speriamo in meglio per la prossima edizione.

By the way,  è emerso in maniera abbastanza chiara il carattere della vendemmia 2018, anche se i miei assaggi sono stati troppo parziali per avere un quadro completo e obiettivo di quello che è stata l’annata in esame.

Dalle condizioni climatiche stagionali, come si legge dal comunicato del Consorzio, “le temperature sono state miti, non troppo calde rispetto agli ultimi anni e le maturazioni sono state un po’ più lunghe, senza picchi di calore“: ne scaturiscono vini con lievi strutture e corpi affusolati, per la maggior parte degli assaggi effettuati. Ho trovato protagonisti più spesso marcati sentori balsamici, terziari, speziati con legni molto (troppo…) protagonisti, tannini fuori dai grandi riflettori e pochi frutti in primo piano, senza ruoli da protagonista. Grandi acidità che aiutano la beva, ma spesso sorsi sfuggenti per la mancanza di un leader che conduca i giochi fino alla fine del sorso. Altri hanno invece spiccato per equilibrio dando luce a tutte le fasi che da un assaggio di vino ci si aspetta, con coerenza e piacevolezza, raccontando la classicità del Brunello, col frutto protagonista in cima all’appello dei presenti e una buona trama tannica a sostenere la beva.

Veniamo ad alcuni degli assaggi del Brunello di Montalcino 2018:

Poggio di sotto succo e vivacità, sorso saporito di lamponi essiccati e tannino finemente cesellato. Buono il finale in una lunga scia sapida.

Albatreti frutto fresco, nota marcata di tostatura e affumicatura, buona la freschezza che conduce ad un finale di media persistenza, quasi salato.

Altesino naso piuttosto netto di frutti rossi maturi, sottobosco, nota fungina. Piacevole e fresco, bocca dai sentori fumé forse fin troppo netti, ma dal grande slancio di sorso e chiusura saporita.

Argiano nota ematica e salina. Sorso dalla spiccata sapidità e freschezza. Un classico di gusto.

Armilla  nota marina-metallica quasi di ostrica, bocca salatissima e con un tannino graffiante (finalmente!) ma di ottima fattura. Chiude forse un po’ troppo presto.

Belpoggio frutto rosso di ciliegia e amarena, pulito e preciso, accompagnato da una nota piccante. Sorso di buona acidità, in tannino piuttosto lieve ma che sorregge la beva dando gusto e volume.

Bonacchi naso espressivo e complesso, lampone e ribes, mora e mirtillo, smoky e erbe aromatiche. Al palato ha un buono slancio sapido, succoso e dal corpo medio, così come il finale che dà la giusta soddisfazione.

Campogiovanni a bicchiere fermo note affumicate, poi sottobosco, funghi, terra bagnata. In bocca spinge su accenni di erbe aromatiche e tannino graffiante, un po’ stancante la beva per mancanza di freschezza del frutto.

Canalicchio di sopra  naso pulito, fine dal frutto sotto spirito, macchia mediterranea e bosco, liquerizia e nota fumé. Corpo medio ma finale piuttosto lungo ancora di liquerizia e spezie delicate.

Caparzo lamponi e fragoline, caramella alla ciliegia, bocca succosa e volume, ottima acidità e un sjgnor tannino che dona struttura e potenza. Buono il finale agrumato. Bello davvero.

Col d’Orcia  viola e geranio, freschezza di frutto come ciliegia rossa e ribes, bocca discreta in volume e tannino/corpo di “bella presenza”. Ottimo lavoro.

Col di Lamo più materico il colore, scuro, concentrato. Mirtilli in confettura e more, bocca rotonda e piena, carnoso e sapido, fumé sul finale piuttosto lungo e fine. Ancora molto bene.

Fanti spinto su terziari come smalto e sentori affumicati, buone l’acidità e la snellezza del sorso in un finale di discreta persistenza.

Franco Pacenti ciliegia e lampone, balsamico di liquerizia che domina anche il sorso materico e sapido, finale medio in una trama tannica soddisfacente.

Sanlorenzo spinge la nota fresca di zest di limone, poi frutti rossi in confettura e arancia. Sorso completo, composto, saporito e fresco, lungo nella sua interezza. Chapeau Luciano!

SassodisoleSassodiluna – concreto e succoso, geranio e rosa, fragole e lamponi croccanti. Calore e struttura, tannini eleganti a sostenere la beva che chiude affumincata e piacevolmente speziata. Grande assaggio.

La Gerla un altro assaggio dove l’eleganza del floreale  (begonia e rosa) e del frutto (fragole fresche e  in confettura) sono protagoniste al naso. Prosegue con una bocca ancora di frutto in confettura e nota fumè marcata sul finale, forse troppo. Calore e leggerezza al tempo stesso, il tannino lievissimo e il finale pacato gli donano eleganza.

Lisini naso molto pulito e definito di fiori freschi e piccoli frutti rossi maturi. Bocca sapida ma un po’ sfuggente, affusolato il sorso dalla chiusura ematica e agrumata.

San Guglielmo caramella alla fragola, sottobosco. Bocca di fungo, sottobosco, buona acidità e succo nella beva, corpo voluminoso che chiude sapido, in un finale di media lunghezza su note di cacao e caffè. Convincente.

La Fornace burro di cacao e frutti di rovo, erbe aromatiche fresche. Sorso corposo, acidità spiccata, frutto finalmente in primo piano unito a note speziate. Tannini al centro e ben integrati, donano corpo e dimensione al sorso.

La Magia apre con ricordi di frutto cotto, il naso appare poco espressivo. Il sorso è invece abbastanza centrato su un frutto più teso, unito a note speziate e una piacevole freschezza di bocca. Buono il finale saporito di erbe e note tostate di tabacco e caffè.

Pietroso caramella di fragola, erbe aromatiche di rosmarino e timo, succo e sapore. Ottima acidità che chiama la beva. Un sorso molto gradevole.

Roberto Cipresso more e alloro, cioccolato e toffee, viola e arancia amara. Corpo e tannini cesellati di grande finezza, struttura e volume di bocca. Profondo il sorso e buona la lunghezza finale balsamica e fresca.

Tenute Silvio Nardi bouquet completo di frutto rosso e floreale fresco. Nota alcolica leggermente spinta ma ben mitigata da acidità e corpo. Gustoso il finale agrumato, con accenni di spezie delicate e note smoky.

Capanna Succo e frutto, agilità e sapore. Sempre un po’ carente nel volume e nella struttura, ma la beva piacevole e fresca lo rende una buon assaggio.

Tiezzi – Poggio Cerrino fragoline e lamponi croccanti, calore e freschezza. Al palato il  frutto torna insieme a note speziate di tabacco e torrefazione. Buona l’acidità che evidenzia un sorso strutturato, gustoso e saporito.

Poche le riserve a cui ho avuto accesso, poche anche le aziende che, a mio avviso legittimamente, le hanno proposte. L’annata 2017, ricordata per la grande calura e le difficoltà create, di conseguenza, alle viti, è stata sicuramente interpretata al meglio da quei produttori che hanno scelto di non destinare i frutti alla riserva.

Né stelle né punteggi: la 2018 è un’annata in punta di piedi che si dimostra timida ma ogni tanto si fa notare e che, nella maggior parte dei casi, racconta fedelmente il clima della stagione da cui nasce. La longevità (intesa come classica caratteristica che un Brunello dovrebbe avere) potrebbe essere un punto interrogativo data la bevibilità già così immediata di questi vini ad oggi, non ancora in vendita. Lo scopriremo solo vivendo, disse qualcuno.

 

Sara Cintelli

Sara Cintelli

Fiorentina DOCG, nata e cresciuta a Firenze, dove ancora oggi vivo e lavoro. Amo il vino, per questo sono qui. E' diventata la mia professione. Ne scrivo, lo cerco e lo racconto, nella mia mai doma ricerca di stupore.

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