Il Timorasso è stato il protagonista dell’ultima serata della serie “Uguali ma Diversi” organizzata dall’associazione VinoPeople tenutasi mercoledì 22 maggio a Firenze
Sono state presentate tre interpretazioni e tre annate di questo vitigno che dagli anni ’90 ha vissuto una rinascita incredibile, diventando così uno dei vini bianchi più apprezzati d’Italia.
Successo di pubblico e partecipazione per l’ultima serata della serie “Uguali ma Diversi” organizzata dall’associazione VinoPeople, svoltasi mercoledì 22 Maggio presso il ristorante Riva Kitchen di Firenze e dedicata allo straordinario vitigno bianco piemontese: il Timorasso.
Alla serata, condotta da Monia Matteucci e Milko Chilleri, erano in degustazione tre eccellenze del territorio tortonese: Luigi Boveri, Cascina La Ghersa e La Colombera. In un confronto con il pubblico, si è parlato delle differenti interpretazioni e annate del vitigno Timorasso, conosciuto anche come “Derthona”, l’antico nome della città da cui ha avuto origine.
Originario delle colline del Tortonese, il Timorasso vanta una storia antica risalente al Medioevo. Tuttavia, nel XX secolo ha subito un declino a causa della preferenza per vitigni più produttivi. Fortunatamente, negli anni ’80, alcuni viticoltori pionieri hanno riportato in auge questo vitigno rustico, rivelando il suo grande potenziale. Il Timorasso si adatta perfettamente ai terreni calcarei e argillosi del Tortonese, producendo grappoli grandi e compatti con acini medio-grandi dalla buccia spessa e dorata. Pur avendo una resa in vino relativamente bassa, la qualità è eccezionale. I vini risultanti sono bianchi strutturati e complessi, in grado di invecchiare per molti anni. Durante la serata, sono emerse perfettamente queste tre eccezionali interpretazioni: Sivoy 2020 Cantina La Ghersa, Filari di Timorasso di Luigi Boveri 2019 e Derthona La Colombera 2017, ognuno raccontando a modo suo le caratteristiche che acquisisce questo vitigno negli anni.
Il Timorasso è un vino da aspettare, poiché nel tempo guadagna struttura ed eleganza, sfumature profonde e note minerali di pietra focaia, spesso accompagnate da sentori di resina e di idrocarburi.
Il menù ha incluso quattro portate: un antipasto di Ricotta del Mugello condita su crema di piselli e piselli bruciati con i loro germogli; come primo piatto, una Lasagna in bianco con melanzane e scamorza affumicata su pesto di basilico; per il secondo piatto, un gustoso filetto di maiale di grigio casentinese marinato, cotto a bassa temperatura e poi alla brace su crema di zucchine, pomodoro al forno e fondo bruno di carne.
La serata è stata conclusa con una panna cotta al vin santo con croccante di mandorle, abbinata alla degustazione del Vinsanto del Chianti “Collefresco” dell’azienda Poggiotondo di Lorenzo Massart, proveniente dal suggestivo Casentino.
“È stato un bel percorso, quello di queste quattro serate svolte al ristorante Riva Kitchen di Firenze, quattro momenti che hanno permesso ai numerosi partecipanti, sia neofiti che addetti ai lavori, di vivere esperienze intense direttamente a contatto con i produttori. Quattro vere serate di scambio e confronto, anche formative per tutti coloro che si avvicinano al mondo del vino”, dichiara Amos Cuscito, presidente dell’associazione VinoPeople.
I PRODUTTORI SI RACCONTANO
Cascina La Ghersa, Moasca (AT)
“La mia azienda, Cascina La Ghersa, si trova nel cuore della zona più vocata per la produzione del Barbera d’Asti. I nostri vigneti si estendono per 22 ettari tra Nizza Monferrato e Moasca, riconosciuti dagli esperti come il fulcro della produzione di Barbera d’Asti. Negli anni, abbiamo ampliato la superficie vitata e migliorato le tecniche di coltivazione e vinificazione, preservando le fragranze e gli aromi unici del nostro territorio. Coltiviamo i vigneti secondo principi biologici, curando l’età media delle viti, la densità di impianto e selezionando rigorosamente le uve. Uniamo metodi tradizionali e moderne tecniche enologiche per esaltare le qualità della Barbera d’Asti, esplorando le potenzialità uniche della Valle del Nizza.” – racconta Massimo Pastura, Cascina La Ghersa
Note sul vino “Sivoy 2020”
“I vigneti di Timorasso si trovano su terreni con marne calcareo-argillose a un’altitudine di circa 250-280 metri sul livello del mare. Il vino affina per 12 mesi in acciaio sulle fecce fini, con ripetuti bâtonnage per mantenerle in sospensione e proteggerlo dall’ossidazione. Il vino si presenta di un intenso colore giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso è ampio e avvolgente, con note minerali e di camomilla, accanto a sentori di pesca, frutta esotica e una delicata vena che caratterizza il profilo olfattivo. Ha un buon corpo, equilibrato grazie alla buona acidità che sostiene bene la struttura. Il finale è elegante e complesso, di buona lunghezza e intensità. “ – conclude Massimo
Luigi Boveri, Vescovato (AL)
La mia azienda, situata a Costa Vescovato nelle colline tortonesi, coltiva 28 ettari di terre, con varietà come Barbera, Timorasso, Cortese, Croatina e Moscato, equamente divise tra uve rosse e bianche. Con oltre 30 anni di esperienza, abbiamo rivoluzionato la produzione vitivinicola con mio zio Luigi Boveri e sua moglie Germana, focalizzandoci esclusivamente sulla viticoltura dal 1992. Ci impegniamo a seguire costantemente gli aggiornamenti tecnologici per creare vini di alta qualità, riconosciuti nelle guide italiane dal 1999, posizionandoci al vertice nella produzione vinicola dei Colli Tortonesi.” – racconta Luigi Boveri
Note sul vino “Filari di Timorasso 2019”
“Il “Filari di Timorasso” nasce dai nostri vigneti di Timorasso coltivati con cura su terreni marnosi-calcarei esposti a sud. Le uve raccolte a mano subiscono una pressatura soffice e l’affinamento avviene in acciaio inox per 12 mesi, seguito da un anno in bottiglia. Presenta aromi di frutta tropicale, agrumi e fiori gialli, con un gusto fresco di pesca e agrumi e un finale persistente arricchito da note di burro e miele. È perfetto con formaggi, salumi, verdure e carni bianche, ideale per un aperitivo o un pasto in compagnia.” – conclude Boveri
Cantina La Colombera, Tortona (AL)
“Il nostro impegno nella cura delle vigne, del terreno e una filiera rispettosa ci hanno reso una delle aziende più amate per il Timorasso, una leggenda dei Colli Tortonesi. Con i nostri 24 ettari di vigneti in un anfiteatro naturale che guarda la pianura di Tortona, i terreni argillosi e calcarei, grazie alla marna di Sant’Agata, contribuiscono alla produzione di vini eleganti. La frazione di Vho, più calda e secca, anticipa la maturazione delle uve. La nostra cantina dedica massima attenzione al Timorasso, producendo vini bianchi graziosi ed equilibrati, frutto di uno stile artigianale che riflette il territorio, regalando piacevoli sorprese agli appassionati di vino.” – racconta Elisa Semino, Cantina La Colombera
Note sul vino “Derthona 2017”
“Il Derthona è un vino bianco longevo, ottenuto da uve Timorasso coltivate su terreni argillosi chiari e scuri. Dopo la selezione e la raccolta delle uve in cantina, segue una pressatura soffice e la decantazione statica tramite il freddo. Il mosto pulito fermenta lentamente a 18°C per circa un mese. Successivamente, il vino riposa sui lieviti nobili per nove mesi con batonnage settimanale per ottenere morbidezza e complessità. Il Derthona 2017, di colore paglierino chiaro, offre profumi di smalto, mela e spezie, arricchiti da toni floreali di elicriso e camomilla. In bocca, è fresco e accogliente, con delicate note di mandorla e un finale sapido di sale. ” – conclude Elisa
Cantina Poggiotondo, Subbiano (AR)
“La nostra azienda, fondata nel 1850 da Ada Lapini e continuata da successori come Antonio Cutini e Guglielmo Massart, si estende su 54 ettari tra Subbiano ed Arezzo, con tre località: Poggiotondo, Le Rancole e Valloni. I vigneti di Poggiotondo, tutti a denominazione Chianti, coprono 4,20 ettari di terreno galestro e sono coltivati con il sistema a cordone speronato. Dai vecchi vigneti del 1970, restano solo Vigna Grande e Vigna Aldo (circa 3 ettari) con sangiovese (70%), canaiolo, trebbiano e malvasia bianca. Nel 2002 abbiamo aggiunto Vigna Tata (solo sangiovese) e nel 2006 Vigna dei Meli (sangiovese, canaiolo e malvasia bianca).” – racconta Lorenzo Massart
Note sul vinosanto Collefresco 2010
“Le uve Trebbiano e Malvasia, coltivate a 350 metri di altitudine, vengono vinificate in caratelli di diverse dimensioni per cinque anni prima dell’imbottigliamento. Il colore ambrato, si distingue dalle tonalità caramellate artificiali diffuse in alcuni vini. Al naso datteri, melata, miele di acacia ed una bella trama balsamica e di liquirizia. Al palato, la dolcezza si manifesta in una cremosa intensità, misurata e per nulla stucchevole. Un gusto lungo, lineare e composto, che si evolve in sfumature cangianti.” – conclude Lorenzo Massart
Gli eventi dell’Associazione Culturale VinoPeople sono resi possibili grazie al generoso sostegno della Fondazione Chianti Banca, che condivide la missione di promuovere la cultura enogastronomica territoriale e valorizzare le eccellenze del territorio.