Valdarno di Sopra Day: verso la prima denominazione completamente “Bio”

La prima edizione dell’evento del 16 maggio parte col piede giusto, confermando le aspettative del  Consorzio Valdarno di Sopra DOC, che ha fortemente voluto dare il via a questo tipo di manifestazione per raccontare gli obiettivi della denominazione: la BioRevolution

Sono stati 42 i giornalisti di settore presenti, suddivisi tra guide internazionali e nazionali, tra cui Monica Larner italian editor di Wine Advocate Robert Parker, Marco Sabellico curatore nazionale del Gambero Rosso, Mario Busso direttore di Vinibuoni d’Italia Touring Club, Jeffrey Porter di The Wine Enthusiast e Gilles Durand -Daguin per Bettane & Desseauve France.

Rappresentative anche le presenze delle testate giornalistiche specializzate, online e non solo, a partire da WineNews, Wine Meridian, Wine Surf, Internet Gourmet, Intravino, Wining, I Grandi Vini, Corriere Vinicolo e molte altre.  Attenzione importante condivisa dagli enologi presenti, a partire da Carlo Ferrini, consulente e anche produttore tra i più affermati d’Italia, Stefano Chioccioli e Maurizio Alongi, oltre che dall’agronomo e produttore Ruggero Mazzilli e da Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, presente in collegamento video.

Densa di contenuti e spunti la mattinata, incentrata su quattro temi strettamente connessi tra loro: territorio, clima, vigna e biologico. Argomenti che hanno visto lo svilupparsi di riflessioni comuni tra le diverse anime produttive, tecniche, comunicative e istituzionali intervenute. A partire da quella sull’importanza del territorio come fattore di identità dei vini e quindi della loro riconoscibilità soprattutto sul mercato internazionale, come sottolineato da Monica Larner “Sono ormai sette anni che pubblico i vini del Valdarno di Sopra a parte, e questo mi consente di parlare della vostra voglia di cambiare, oltre che rispondere a consumatori che vogliono guardare sempre più al dettaglio, ai piccoli territori. Emerge un’anima contemporanea in questi vini, sono vini che il consumatore vuole, sono diversi e a me piace parlare di territorio più che di vitigno, parlare di un territorio più fluido, capace di evolvere e adattarsi ai tempi.” Riflessione condivisa anche da Carlo Ferrini “Questo è un territorio sottovalutato, ed è un bene che oggi dopo il successo di alcune singole aziende, si stia iniziando a parlarne nella sua interezza e specificità”.

Il contributo video inviato da Paolo Sottocorona, noto meteorologo de La7, ha aperto poi la discussione sul cambiamento climatico con un monito chiaro “In tema di emissioni di Co2 abbiamo fatto in 100 anni quello che prima avveniva in 10.000, dobbiamo intervenire subito perché per tornare indietro, come necessario, ci vuole tempo”. Cambiamenti che possono e devono essere gestiti attraverso il supporto della ricerca scientifica, come auspicato dagli enologi presenti e poi approfondito in modo interessante da Gabriella De Lorenzis, ricercatrice dell’Università di Milano e collaboratrice del Professor Attilio Scienza “Per gestire il cambiamento climatico in viticoltura servono strumenti a breve e medio termine, nel primo caso lavoriamo su miglioramento genetico, portainnesti e nuove varietà. Ma a breve termine possiamo lavorare con molecole naturali che sintetizziamo in laboratorio, le molecole Dsrna, ovvero Rna con doppio filamento, naturali perché la pianta le produce già, e che inibiscono, spengono, alcune funzioni che la pianta ha durante il suo ciclo vitale, funzioni che altrimenti le impedirebbero di essere resiliente o andare oltre gli stress che può subire”.

Il tema della valorizzazione ha quindi toccato la scelta del Consorzio Valdarno di Sopra Doc di non introdurre in disciplinare sottozone come Menzioni o Unità Geografiche Aggiuntive (MGA e UGA), ma di scegliere la via dell’indicazione “Vigna” in etichetta, ovvero l’inserimento delle migliori vigne aziendali, studiandone clima, esposizione e qualità delle uve. Percorso approvato da Stefano Chioccioli, noto enologo autore di numerosi vini di successo, e Jeffrey Porter, insieme alla collega Danielle Callegari, che ha affermato: “Il consumatore sta cambiando, ed è diverso da Usa ad Asia per esempio, ma la voglia di conoscere da quale vigna viene quella bottiglia, soprattutto per i consumatori più evoluti e che cercano vini di alto valore, sta diventando sempre più importante”.

Barbara Nappini, Presidentessa di Slow Food Italia, ha poi evidenziato la sintonia con il Consorzio circa “La lotta contro la banalizzazione del cibo e del vino, nel segno della sostenibilità e del legame con il territorio, all’insegna del Buono, Pulito e Giusto, ed il vino che nella narrazione di certi valori è più avanti di tutti gli altri settori, è fondamentale per raccontare e disegnare un futuro agricolo migliore, che è necessario”.

Riflessioni che sono state ponte verso il tema clou dell’evento, il Biologico e il suo inserimento in disciplinare, aperto dall’intervento di Nicoletta Dicova, “Ambassador” in Italia della DO Cava, il consorzio spagnolo che ha inserito il biologico in disciplinare come obbligatorio per la fascia più alta della sua produzione. Un traguardo strategico anche per il Valdarno di Sopra Doc, condiviso pienamente dalla Vicepresidente e assessore all’Agricoltura di Regione Toscana Stefania Saccardi, che ha evidenziato l’importanza di una visione  biologica comune del territorio e della denominazione e portato il pieno  sostegno dell’amministrazione regionale,  dalla presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini e dall’on. Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura UE collegato in video. Un obiettivo senz’altro complesso, oggetto di una interlocuzione in atto con il Ministero dell’Agricoltura, rappresentato per l’occasione dalla Dott.ssa Roberta Cafiero, che ha sottolineato come a livello normativo la strada non sia facile “Non perché non sia un’idea virtuosa che condividiamo, ma perché la Denominazione di Origine è una denominazione di prodotto, mentre quella del biologico è una certificazione di metodo e metterle entrambe come condizioni obbligatorie non è normativamente semplice”, lasciando però una porta aperta al confronto costruttivo sul tema.

E proprio per sottolineare la convinzione collettiva circa la questione, Luca Sanjust presidente del Consorzio ed Ettore Ciancico direttore della denominazione, entrambi conduttori della mattinata, hanno presentato in anteprima il logo della nuova associazione “Produttori VigneBio Valdarno”, che riunisce tutti i produttori aderenti che oggi producono da vigneti già in regime biologico. “Uno strumento di ulteriore rafforzamento per il nostro messaggio – ha affermato Sanjust – che siamo convinti ci aiuterà ad inserire il biologico in disciplinare, come desiderato e richiesto da tutti i viticoltori, soci ed erga omnes”.

La mattinata si è quindi conclusa con il collegamento di Sandro Sangiorgi, fondatore di Porthos e tra i più noti e accreditati formatori del mondo del vino, sui risultati delle degustazioni condotte dal suo gruppo di lavoro sul Sangiovese e con la degustazione “ Otto Produttori, nove vini e due belle annate” dedicata a 2016 e 2019 in Valdarno di Sopra, condotta da Jeffrey Porter, che ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di presenti, serviti ai tavoli dai sommelier della delegazione AIS di Arezzo.

Nel pomeriggio 15 produttori soci della denominazione, hanno poi esposto la loro produzione con banchi di assaggi aperti anche al trade e agli operatori di settore:

CAMPO DEL MONTE

CLIO CICOGNI

FATTORIA FAZZUOLI

FATTORIA BELLOSCGUARDO

E’JAMU

IL BORRO

IL CARNASCIALE

LA SALCETA

MANNUCCI DROANDI

MIGLIARINA E MONTOZZI

PETROLO

PIAN DEL PINO

PODERE LA MADIA

TENUTA SAN JACOPO

TENUTA SETTEPONTI

 

Sara Cintelli

Sara Cintelli

Fiorentina DOCG, nata e cresciuta a Firenze, dove ancora oggi vivo e lavoro. Amo il vino, per questo sono qui. E' diventata la mia professione. Ne scrivo, lo cerco e lo racconto, nella mia mai doma ricerca di stupore.

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