L’ottava edizione di Wine & Siena chiude con un bilancio positivo

Wine & Siena 2023 chiude l’ottava edizione dell’evento firmato The WineHunter

Per iniziare l’anno enoico e partire con un intero crocevia di appuntamenti siglati The WineHunter, Wine & Siena ,ormai giunto all’ottava edizione, ha chiuso riscuotendo ampi consensi di pubblico e non solo, dicono i numeri forniti dall’organizzazione. L’evento è voluto dal Patron di Merano WineFestival Helmuth Köcher e dal presidente di Confcommercio Siena Stefano Bernardini ed immerge produttori e visitatori in città, dove il patrimonio culturale sposa le migliori produzioni enologiche e gastronomiche premiate da The WineHunter Award.

Qualche numero: oltre 2500 persone tra visitatori, giornalisti, operatori e partner per la 3 giorni di Wine&Siena iniziata già venerdì 27 e conclusasi lunedì 30 gennaio, con la giornata dedicata al trade (500 circa gli operatori registrati, anche se non sembrano essere stati così numerosi, sentendo i commenti di alcuni produttori presenti). 600 etichette in degustazione, oltre 60 prodotti alimentari e i tanti momenti di approfondimento con incontri, talk show e interviste.

Helmut Köcher ha così commentato: “Tre giornate dense, anzi quattro giorni se si pensa al convengo organizzato dal Monte dei Paschi. Assaggiare il vino tra le mura affrescate del Santa Maria della Scala è una emozione – ha sottolineato The WineHunter e patron del Merano Wine Festival – Il vino qui ha trovato il proprio habitat. Le masterclass sono state un successo e hanno fatto capire qualcosa in più dell’anima del vino. Il territorio di Siena ha dimostrato anche quest’anno di essere il fulcro del vino a livello nazionale e adesso ha una responsabilità per promuoverlo al livello nazionale”. Ottima anche l’affluenza che ha segnato il record nella giornata di sabato. Poi il patron ha ringraziato tutta la città per l’ospitalità, il Comune e Confcommercio. “Adesso – ha concluso – siamo già proiettati verso il 2024”.

Le masterclass sono sempre un fiore all’occhiello di questo evento, indubbiamente, e il programma ne prevedeva diverse su tematiche, zone/denominazioni e vini differenti. Abbiamo partecipato, tra le altre, alla prima degustazione in programma il giorno 28 gennaio, con focus sull’Alta Langa DOCG con le aziende Bel Colle e Cascina La Ghersa Massimo Pastura oltre ad uno spumante “intruso”, un metodo classico fuori denominazione, prodotto da 100% uve Nebbiolo, dell’azienda Uva Matris.

L’Alta Langa si sta facendo strada come uno dei punti di riferimento della spumantistica italiana. Giovane di nascita (2011), è una denominazione dalla produzione contenuta, ma con una storia che affonda invece le proprie radici nel tempo: è stata infatti il primo metodo classico a essere prodotto in Italia, fin dalla metà dell’Ottocento, nelle “Cattedrali Sotterranee” oggi riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco. Rimasta forse finora un po’ in secondo piano, dietro ai giganti di Conegliano e Franciacorta, oltre all’Oltrepo Pavese, anch’esso in grande ascesa. Oggi è invece una denominazione che si racconta meglio e si fa vedere di più, conscia del proprio potenziale e con una produzione che guarda alla qualità assoluta dei propri spumanti.  Il disciplinare impone uve di Pinot nero e/o Chardonnay dal 90 al 100%, al cui complessivo rimanente 10% possono concorrere altre uve provenienti dai vitigni non aromatici, idonei alla coltivazione in Piemonte.

Hanno aperto la degustazione, condotta da un Sommelier della FIS, le due bollicine di Bel Colle, azienda di Santo Stefano Belbo (CN), dal 2015 di proprietà della famiglia Bosio:

Il Nature segue una sosta sui lieviti di circa 48 mesi e risulta decisamente strutturato per la presenza di Pinot nero vicina al 100%, tanto da accennare una lieve tannicità al sorso. Accenni di agrumi e pietra bagnata, in bocca spinge ancora in una direzione agrumata unita a una buona cremosità che ricorda frutti gialli polposi, sorrette da una bollicina molto vivace che enfatizza le durezze del vino, in questa fase ancora marcate. Chiude leggermente amaricante su scorza di limone. Al top tra un paio d’anni, azzardo.

Il Brut,  millesimo 2019 con sboccatura avvenuta nell’inverno 2022, anch’esso per la quasi totalità composto da Pinot nero (intorno al 90%, saldo di Chardonnay) è apparso un po’ nervoso nel calice, forse per il recente dégorgement, oltre ad una punta alcolica piuttosto accentuata già in fase olfattiva. In stato di assestamento, necessita sicuramente di qualche tempo in bottiglia per raggiungere un equilibrio gustativo che racconti di più delle note agrumate e accenni di frutti maturi che sono emersi inizialmente.

Cascina La Ghersa di Massimo Pastura

Riserva Giulio (dedicata al padre e al figlio di Massimo) in tre versioni: 30 mesi – 60 mesi e 100 mesi sui lieviti. La particolarità di questi spumanti è che dal 2021 Massimo prepara la liquer d’expedition con una percetuale variabile di Timorasso da botti gestite col metodo Solera e questo, inevitabilmente, gli dona struttura, complessità e un marchio di fabbrica molto personali. Stando al gusto di chi scrive, tutto questo è meraviglioso!

  • Trepuntozero – 30 mesi (2018) composto da 60% Pinot Noir e 40% Chardonnay, si posiziona nella categoria Brut, con 6 gr/l. Qui il Timorasso nella liquer si aggira intorno al 20%. Il sorso è voluminoso, grasso e trasversale nei sapori, dalla frutta essiccata alle spezie delicate. Struttura e fascino dalla lieve punta ossidativa percepita anche al naso, dove emergono note di cera d’api, agrumi maturi e  miele.
  • Seipuntozero – 60 mesi l’oro intenso nel calice fa intuire che la liquer sia qui ancora più speciale, infatti arriva al 50% di contributo del Timorasso. Scorza di agrumi candita, ancora miele, albicocca sciroppata, banana, frutti a guscio e tocchi balsamici. In bocca è rotondo e fresco, la bollicina vibra con eleganza e slancia il sorso. Chiude lunghissimo su ricordi di nocciola.
  • Centopuntozero – 100 mesi (2014) non dosato, a calice fermo sprigiona note di cenere, brace, salsa di soia, poi si apre su frutti essiccati e tropicali. Sorso complesso e largo, uno spumante non per tutti i palati ma per appassionati del genere. Chiude lungo su note eteree.
Last but not least, il 30 mesi sui lieviti “Astra” 100% Nebbiolo di Uva Matris intriga e sorprende. Prima annata la 2019, prodotto in sole 2000 bottiglie, si racconta più nitidamente al sorso che al naso, dove appare timido e meno espressivo, su lievi accenni di fiori bianchi freschi. Anche in questo caso, una lavorazione non scontata, con il vino base che arriva da un metodo Solera dall’annata 2018 in poi. Con una sboccatura di agosto 2022, presentava già un quadro gustativo generale sulla via dell’equilibrio, dal sorso sapido, salino, ricco di note iodate e grande bevibilità. Chiusura su piccoli frutti rossi e in una buona lunghezza. Complimenti Gabriele, aspettiamo le prossime annate!

 

 

Sara Cintelli

Sara Cintelli

Fiorentina DOCG, nata e cresciuta a Firenze, dove ancora oggi vivo e lavoro. Amo il vino, per questo sono qui. E' diventata la mia professione. Ne scrivo, lo cerco e lo racconto, nella mia mai doma ricerca di stupore.

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