I mille e uno eventi della Milano Wine Week 2021

La settimana più colorata e dinamica dell’anno per il mondo del vino italiano prende casa a Milano: Milano Wine Week dal 2 al 10 ottobre 2021 in un ricchissimo calendario di eventi e iniziative alla scoperta dei vini del Bel Paese

“Milan l’è on gran Milan”

recitava una canzone milanese sulla musica da Giovanni D’Anzi e nelle parole di Alfredo Bracchi nel 1939 (fonte Wikipedia). E tant’è.

Milano si conferma grande, è la capitale italiana degli eventi e delle connessioni. Una settimana, anzi, 9 giorni per la precisione, dal 2 al 10 ottobre, in cui la città ospita migliaia di appassionati, addetti ai lavori e operatori della filiera vinicola nazionale.

Unico neo, che da una macchina organizzativa come è Milano dal punto di vista della comunicazione non te lo aspetti, è stato invece proprio questo il tallone d’achille dell’evento, almeno nelle settimane precedenti il suo inizio. Una comunicazione poco efficace né tanto chiara sul cosa si poteva fare, come partecipare/iscriversi a seminari e tastings, simposi ed eventi differenti in programma nella fittissima agenda della manifestazione. Moltissime – forse troppe, ha tuonato qualche collega – le iniziative a cui prendere parte, poco diffusa la modalità per accedervi attraverso una App non troppo  intuitiva, un sito sì dinamico ma poco fruibile, nessun calendario schematico con elenco di cosa/come/dove accadeva qualcosa. Alla fine, però, tutto è venuto fuori, anche se un po’ last minute, le nubi si sono dipanate e siamo riusciti a prendere parte agli eventi a cui eravano interessati.

Oltre 300, appunto, gli appuntamenti e le attività in calendario, circa 250 cantine partecipanti, 10 Consorzi dislocati nei cosidetti Wine District tematici, nei luoghi strategici della città, in collaborazione con moltissimi locali e ristoranti che hanno ospitato pranzi, degustazioni, cene, incontri dedicati a Franciacora, Lugana,  Conegliano Valdobbiadene Prosecco, Regione Liguria, Vini d’Abruzzo, Oltrepo Pavese, Asti spumante e Moscato d’Asti, Brunello di Montalcino, Valpolicella, Chianti.

Di scena il 3 e 4 ottobre la Wine Business City presso il MegaWatt court: un’area dedicata al B2B tra i 250 produttori presenti e giornalisti e professionisti del settore.

Ai desk di assaggio, suddivisi per aree tematiche (Bianchi, Rossi, Bollicine, Vini Vulcanici ecc.)  ho ritrovato piacevoli conferme di cantine che conosco bene e interessanti novità e scoperte da territori meno blasonati ma ricchi di grande potenziale.

Ottima freschezza, carattere e profondità per le bollicine  di Cuvage (grazie Andrea Battiloro!) sia nei loro metodo classico con l’utilizzo del Nebbiolo, oltre al Pinot Nero e Chardonnay, che gli spumanti sotto denominazione Alta Langa DOCG.

Bellissime conferme dai Cortona DOC di Fabrizio Dionisio che ha appena tirato fuori dal cilindro anche il suo primo vino bianco da Viognier: da tenere d’occhio insieme al nuovo Syrah in anfora, “Linfa”.

Molti altri assaggi interessanti spaziando da nord a sud dello stivale, tra cui le conferme campane da Casa Setaro sia nello spumante di Caprettone, nella versione ferma e nel suo Piedirosso:

e dalla sempre più valida Calabria, che trova meritato spazio tra i vini di qualità, prodotti dall’attenta ricerca di Casa Comerci:

Azienda da tenere sempre sotto controllo perché sta lavorando davvero bene. Ne sentiremo parlare eccome, così come è da valorizzare la diffusione dei vini di L’Avventura Azienda Agricola di Piglio (FR) con le sue differenti espressioni di Cesanese Superiore e una Riserva, oltre allo spumante Brut metodo classico millesimato a base di Passerina del Frusinate ed il suo Bianco IGT fermo (sempre Passerina).

All’interno della Wine Business city del Megawatt, si è svolta anche la prima edizione del Premio Carte Vini e Selezione Retail:  un’iniziativa volta a valorizzare e riconoscere la cura e l’attenzione che gli attori della ristorazione mettono nella ricerca e selezione delle cantine e delle bottiglie, mai banali, e di produttori emergenti.

Felice di aver visto premiati due dei miei locali di riferimento di Firenze e dintorni, gestiti da due amici e grandissimi, appassionati professionisti: Ciro Beligni de Le Volpi e l’uva e Gianmaria Garbin di Enoteca Baldi di Panzano in Chianti, nella categoria Wine bar.

Capitolo a parte meritano le Masterclass organizzate da tante aziende nelle bellissime sale di Palazzo Bovara, cuore pulsante della Milano Wine Week. Due giorni di degustazioni e due focus su un territorio unico al mondo che è quello delle colline di Valdobbiadene, quelle a cui ho preso parte.

Martedi 5 ottobre ho preso parte alla masterclass di Masottina, affermato produttore di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG

Luci puntate sulla scoperta della profondità di un vino che troppo spesso viene invece relegato a spumante di pronta beva e senza apparente longevità.

Condotta in lingua inglese dal vulcanico Filippo Bartolotta ed in collegamento con ospiti da Londra e da New York, la degustazione ha avuto come focus i due Cru aziendali per la produzione di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Rive di Ogliano: R.D.O. Ponente Brut e R.D.O. Levante Extra Dry.

“Rive” è il nome con cui ci si riferisce ai vigneti in forte pendenza, tipiche del territorio.
Due verticali, da est a ovest, nelle annate 2020-2017-2014 hanno evidenziato le differenti qualità dei vini dovute alle diverse età delle vigne (più vecchie sulla Riva Levante, circa 40 anni, Ponente 12) e al grado zuccherino, benché molto bilanciato in entrambi gli spumanti, tanto che in R.D.O. Levante la percettibilità appariva inferiore al dosaggio extra dry. Prodotti che hanno dimostrato non solo le espressioni gustative tipiche del Prosecco, riconoscibile nei classici, immediati sentori di frutta fresca a polpa bianca e nel floreale leggero, ma aprendosi anche verso aromi ben più complessi come lievi sensazioni “smoky”, accenni di di vaniglia e zafferano, sempre bilanciati nel sorso dalla grande freschezza.

Mercoledì 6 ottobre è stata la volta di un altro focus sul territorio di Valdobbiadene, a cura di Valdo 

Protagonisti della masteclass sono stati:

Rive di San Pietro di Barbozza Extra Brut – annate 2018 e 2019

Tenuta Pradase Metodo Classico annate – 2017 e 2018

Cuvée del Fondatore Brut – annate 2018 e 2019

Il Dr. Gianfranco Zanon, direttore di produzione ed enologo di Valdo, insieme al Presidente Dr. Bolla, hanno condotto la degustazione, raccontando la filosofia di Valdo e la sua profonda vocazione alla produzione di qualità che, da quasi un secolo e tre generazioni, viene portata avanti come mission aziendale.

Una sosta sui lieviti più lunga per i metodi Charmat (fino a 12 per la Riserva del Fondatore, da 6 a 8 mesi almeno per il Rive), l’assenza o la molto limitata presenza di dosaggi zuccherini  (non si va oltre 8 gr/l) e le rese controllate, fanno di questi millesimati dei prodotti di alto livello qualitativo nel panorama del Conegliano Valdobbiadene.

La Cuvée del Fondatore arricchisce la degustazione grazie alla presenza del 10% di Chardonnay che effettua una sosta di circa 3 mesi in barrique usate di 2^ e 3^ passaggio, regalando alla Glera sfericità nel sorso, cremosità gustativa combinata alla freschezza del frutto, che assume colori e sfumature più calde e complesse  (di pesca gialla, albicocca essiccata)  rispetto ai classici sentori di pera williams e mela verde, più spiccate nella 2018.

Pradase gioca un campionato a se stante, vista la versione Metodo Classico 24 mesi. 6 mila bottiglie prodotte dal blend di  85% di Glera del biotipo tonda e lunga, con saldo di Verdiso, Bianchetta e Perera. Cloni antichi e autoctoni recuperati e messi a dimora nel vigneto dell’omonima tenuta. Questo appezzamento è definito “biblioteca”, proprio in onore del sapere e del patrimonio colturale che custodisce.

L’azienda, inoltre, in anteprima assoluta ha rivelato una grande novità legata al mondo della sostenibilità, prodotto che testimonia il grande impegno di Valdo per l’ambiente: Amor Soli 2020, prima annata di un nuovo esclusivo spumante dedicato alla sua terra, prodotto da uve in regime biologico certificato. La prima uscita ha visto una produzione di appena 1926 bottiglie numerate, per omaggiare l’anno di fondazione dell’azienda.

Una bollicina che parla di sentimento, sostenibilà e amore per la propria terra di origine: attraverso il calice  racconta di intrecci tra i frutti freschi estivi e lievi note vegetali, arricchite da pennellate di mandorla e buona cremosità al palato. Brioso e vivace, il dosaggio è brut. Vediamo le prossime annate cosa avranno da raccontare.

Ringrazio Valdo, Matteo Ottaviano D’Agostino e Alessia Maderi di A&V Comunicazione per l’invito, le foto e i materiali forniti.

 

 

Sara Cintelli

Sara Cintelli

Fiorentina DOCG, nata e cresciuta a Firenze, dove ancora oggi vivo e lavoro. Amo il vino, per questo sono qui. E' diventata la mia professione. Ne scrivo, lo cerco e lo racconto, nella mia mai doma ricerca di stupore.

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