Altissima affluenza a Modena Champagne Experience 2021

Oltre 6.000 presenze a Modena per l’edizione 2021 di Champagne Experience, per la quarta volta in scena la manifestazione interamente dedicata alle amate bollicine d’Oltralpe

10 e 11 ottobre, queste le date di fuoco per Modena che ha visto un sold out alla Fiera, presa d’assalto – con le dovute cautele e azioni di prevenzione in materia anti Covid-19 – da un pubblico di scalpitanti appassionati, giornalisti, operatori di settore che non vedeva l’ora, dopo l’edizione 2020 annullata causa pandemia, di tornare a degustare in tutta tranquillità quel nettare tanto apprezzato che è lo Champagne.

L’evento modenese, unico nel suo genere in Italia, sia per numero di referenze in degustazione nella due giorni di manifestazione (oltre 600) che per affluenza di pubblico, non conosce crisi e, anzi, chiude con un +30% degli accessi questa edizione, sempre organizzata da Società Excellence con a capo il Direttore Lorenzo Righi.

Quest’anno ho preso parte ad entrambe le giornate e ho avuto modo di vedere che anche da parte degli importatori (65 per 121 maison) e distributori  – molti dei quali accompagnati dai vigneron presenti all’evento – c’era una ancora maggiore voglia ed interesse a creare nuove sinergie col pubblico presente.

Come sempre, altissimo il livello delle referenze presentate dagli espositori. Se si può dire una cosa su tutte di questa manifestazione, è proprio l’elevato standard delle aziende presenti, siano esse le Maison Classiche dai grandi nomi (una ventina in tutto, tra cui Piper Heidsieck , Pol Roger, Pommery, Louis Roederer, Paul Bara…) che realtà più piccole con una manciata di bottiglie prodotte, ma di assolutà qualità.

Per la prossima edizione attendiamo news dagli organizzatori: già due anni fa si era parlato – e programmato – un’edizione a primaverile (maggio 2020, poi cancellata) a Roma.

Chissà che Champagne Experience non traslochi da Modena verso nuove destinazioni…

Di seguito, una rapida carrellata delle eccellenze che ho incontrato nel lungo percorso degustativo, con un flash su quelle che mi hanno, tra le mille altre, particolarmente entusiasmato.

Côte des Blancs

 

Carte Or Grand Cru 100% Chardonnay –   7 gr/l – 48 mesi sui lieviti – sboccatura primavera 2021

Sicuramente una bollicina molto tesa e di grande brio. Esce la cremosità dello Chardonnay e la grande freschezza con quella “lama di coltello” che controbilancia il sorso. Tra qualche mese sarà decisamente al top della sua bevibilità ma  lo sarà anche molto più avanti negli anni. Questi sono Champagne che il tempo lo sfidano, come il suo “collega” Millésimé 2010 degustato a seguire: stessa tipologia ma 108 mesi sui lieviti.  9 anni di affinamento e una sboccatura più lontana (2019) regalano un gusto complesso e accattivante. La potenza e la grazia.

L’asticella si alza proseguendo con le due punte di diamante di Cazals:

Chapelle du Clos  2014–  100% Chardonnay – 5 gr/l -min. 84 mesi sui lieviti sbocc. 09/2020 – Da una vigna di circa 1.5 ha, il 10% del vino fa un passaggio in barrique che gli regala rotondità di sorso con spiccate pennellate di nocciola tostata e una beva elegantemente agrumata, rendendolo irresistibilmente delizioso.

Clos Cazals 2012 Vieille Vigne – 100% Chardonnay – pas dosé – min. 120 mesi sui lieviti – Il top della gamma, la nicchia della produzione totale di circa 72K bottiglie in 13 ettari di proprietà dell’azienda. Dalle vigne più vecchie piantate negli anni ’50, la sosta in barrique accresce la complessità del vino che si mostra nella sua classe più aristocratica. Rotondo e fresco, profondo e verticale. Un andi-rivieni tra una sensazione setosa e una vibrante della finissima bollicina in moto perpetuo nel calice e sul palato, fino alla fine. Super!

 

BdB Grand Cru Extra Brut ( 2,25 gr/l) 100% Chardonnay – 60 mesi sui lieviti 

BdB Grande Cru Millésimé 2012 (8,65 gr/l) 100% Chardonnay – 72 mesi sui lieviti 

BdB Grande Cru Millésimé 2011 (6,75 gr/l) 100% Chardonnay – 108 mesi sui lieviti 

Una escalation di carattere determinato dalla classe dello Chardonnay proveniente dalle vigne di Choully. Dalla salinità che va a braccetto con la chiusura caramellata dell’extra brut, alla complessa struttura del millesimo 2012, nella sua maturità in pieno sviluppo e fino al fratello maggiore, il 2011, ricco e  sinuoso, si aggira in bocca con maestria, rimarcando la sua autorevolezza, aggraziato dal perlage incessante e da rimandi di frutta secca, pietra bagnata, accenni di miele e agrumi freschissimi.

Maison Classiche

 

Essentiel Cuvéè Reservée – 47% Pinot, Noir, 31% Meunier, 22% Chardonnay – Blend vendemmia 2014 + Vini di riserva: > 18% – 5 gr/l –  36 mesi sui lieviti – sboccatura 02/2020-  Ecco uno Champagne dalla beva diretta che accontenta tutti, dal principiante al palato più raffinato. Un dosaggio accennato, un bouquet classico ma molto intrigante di fiori bianchi, lieve  pasticceria, frutta secca e spinta succosa al palato. Genuino.

Essentiel Blanc de Blancs – 100% Chardonnay Vini di riserva: > 35% – 4 gr/l – 36 mesi sui lieviti -sboccatura 2019 – Interessante ed apprezzabile tutte le informazioni dettagliate  che sono riportate in etichetta. Si sale di un gradino e si incontrano quelle complessità raffinate che l’apporto in quantità maggiore dei vini di riserva aggiunge al quadro generale di questo Champagne. Scende il dosaggio, lasciando spazio ai giochi di gusto tra naso e bocca, tra pepe bianco e zest di lime, ricordi di lievito e biscotto, salinità e frutta matura.

Vintage 2012 – 52% Pinot Noir, 48% Chardonnay – 8 gr/l – 6 anni sui lieviti – da una selezione di 18 Cru, principalmente tra Premier e Grand Cru. PN dalla Montagne de Reims, Chardonnay da Côte des Blancs e Montagne de Reims per un blend armonico e bilanciato tra struttura e setosità. Erbe mediterranee si mischiano a note agrumate, poi più calde di mandorla e frutta gialla matura. Ruota in bocca su sentori fumé, succoso in un lungo, soave finale tostato.

 

Montagne de Reims

 

Extra Brut BdN Grand Cru –  100% Pinot Noir – 3 gr/l – minimo 36 mesi  sui lieviti – dai 17 ettari a Bouzy, nascono tutti gli Champagne  di Vesselle. La bollicina finissima e costante accompagna tutte le referenze degustate. Un assaggio di grande eleganza, la freschezza di bocca, saporita, è complice di un corpo pieno ma leggiadro. Si trattiene a lungo sul palato, nel finale dal frutto scuro, profondo.

Brun Grand Gru Juline – 80 % Pinot Noir – 20 % Chardonnay  – 8 gr/l – Frutto delle migliori riserve di George Vesselle con una media delle cuvée da 5 a 10 anni,  è un ventaglio di sapori tra i frutti rossi e la complessità del Pinot Noir e l’aristocrazia dello Chardonnay, che lo sfiora con le sue note morbide e aggraziate di fiori bianchi e spezie dolci, in un continuo cambio di rotta sul palato. Ottima la persistenza finale.

Grand Cru Collection Millésime 2006 –  Pinot Noir 90%, Chardonnay 10% – extra brut/pas dosé – Non si monta la testa anche se ne avrebbe tutte le motivazioni, questo Champagne non ostenta la sua grandezza ma te la mostra con estrema discrezione, senza però passare inosservato. Sa quanto affascini nella sua complessità olfattiva, ricca di ricordi esotici e calore, di sorso verticale e dalla lunga freschezza marina. Equilibrio gustativo e vibrazione allo stato puro, in una bollicina di grande fattura.

Valléè de la Marne

 

Extra Brut S.A. – 100% Meunier Noir – 3gr/lt – minimo 24 mesi sui lieviti – Francis Orban è un giovane récoltant manipulant nel villaggio di Leuvrigny e produce solo Champagne da Meunier in purezza e dosaggi bassissimi, se non azzerati. Ciò che spesso vado cercando tra le milioni di bollicine francesi!  Circa il 50% della cuvée sono composte da “vins de réserve”. L’Extra Brut sosta per 8 mesi in legno, senza battonage. Il bilanciamento tra la presenza del frutto, la freschezza e la finezza di bocca ne fanno uno champagne di facile beva senza essere mai banale. Di quelli che ne berresti tanti calici, senza neanche accorgersene.

L’Orbane Cuvée Parcellaire – 100% Meunier Noir – 3gr/lt – 5 anni sui lieviti – Prodotto di una sola parcella di vigna e solo nelle migliori annate, sosta in “barriques champenoises” nuove da 300 lt i e in piccoli fusti da 128 lt che hanno ospistato, in precedenza, vini di Borgogna. Struttura che si preannuncia già dal colore dorato nel calice. Numerose le sensazioni al naso di note tostate, frutta secca e frutti gialli maturi. Croccante, sapido e scorrevole nella sua scia fresca e avvolgente.

 Aube – Côte des Bars

 

Una bella scoperta dall’emergente zona dell’Aube, sempre più in vista come territorio dei “nuovi” Champagne.

Situata a Celler-sur-Ource, le soste sui lieviti sono piuttosto lunghe, da 20 a 60 mesi circa per gli Champagne più importanti.

Dosaggi tra 0 e 9 gr/l, egregiamente bilanciati nel sorso ; blend in prevalenza costituiti da Pinot Noir (min. 65% fino alla purezza del Rosé de Saigne’e, di un colore decisamente intenso e ottimo a tutto pasto) e Chardonnay con interessanti apporti di Pinot Blanc (fino al 35%).

Una gamma eterogenea di prodotti ma con il comune denominatore della facile beva e dell’equilibrio gustativo. Molto buone la persistenza e la pulizia di bocca.

“Out of the box”

Per la serie uno Champagne fuori dal coro, che mi ha molto sorpresa e conquistata, è stato Benoix Cocteaux importato da Il Drago e la Fornace, dalla Côte des Blancs con Éternelle Création – 100% Chardonnay – brut nature – frutto di 18 annate dal 1998, vini di riserva metodo Solera – Da vigne di 60 anni su terreni ricchi di gesso, vinificato in acciaio, sprigiona tutta l’essenza dello Chardonnay, con intense carezze di frutta fresca matura, pera williams , albiccocche essiccate, frutta secca tostata, caramello. La complessità di sorso, la rotondità e struttura delle 18 annate sono un plus che rende davvero particolare questo prodotto di eccellente qualità. Non per tutti i palati, non è un vino immediato e “beverino”, ma se cercate quella pienezza al palato, in una struttura sfaccettata ed intrigante, lui è lo Champagne che vi conquisterà.

 

Sara Cintelli

Sara Cintelli

Fiorentina DOCG, nata e cresciuta a Firenze, dove ancora oggi vivo e lavoro. Amo il vino, per questo sono qui. E' diventata la mia professione. Ne scrivo, lo cerco e lo racconto, nella mia mai doma ricerca di stupore.

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