50 sfumature di rosa: la nuova identità del Chiaretto di Bardolino

“Fare vino rosa è identitario e territoriale, non facciamo un vino tecnico” . 

Esordisce così Angelo Peretti, Direttore del Consorzio Tutela del Bardolino, durante la conferenza stampa tenutasi in veste digitale, sulla piattaforma Zoom, lo scorso 27 aprile.

Ma andiamo con ordine. Per la prima volta all’interno della storica denominazione del Bardolino, si è assistito ad un cambiamento molto importante, una svolta unica: con grande desiderio e partecipazione dei tanti produttori  del famoso e apprezzato “vino rosa”, si è deciso ed approvato di cambiare il nome in Chiaretto di Bardolino. Bardolino Chiaretto sparisce dalle etichette dei rosati a partire dalla vendemmia 2020. Questo per voler mettere ancora più in luce ed evidenziare, come merita, l’identità propria di un vino che, come diceva  Peretti all’apertura della conferenza, è molto significativo per il territorio e per le aziende che lo producono. Con la vendemmia 2020 si dà prova concreta di una vera e propria“Rosé revolution” iniziata già nel 2014 quando, grazie ad un’annata particolarmente fresca (che si è tradotta in grande acidità nel vino e, quindi, longevità) si è segnato l’inizio del cambiamento, tanto che i rosati del ’14 sono ancora oggi spettacolari.  In quel periodo si sono poste le basi della rivoluzione, prendendo coscienza che quel vino rosa, tanto amato dai locali e dai turisti, meritasse un posto di rilievo nel panorama vinicolo del Garda, in primis, e italiano in genere. Un grande traguardo, considerando che la denominazione ebbe il primo riconoscimento nel 1968 e fu una delle prime produzioni ad otterene la DOC. Oggi è leader in Italia tra i vini rosa, fermi, a denominazione. Sono infatti circa 10 i milioni di bottiglie prodotte attualmente e l’obiettivo per il futuro è ambizioso: raddoppiarlo fino a 20 milioni.

La commissione tecnica ha anche deliberato che il colore del Chiaretto, prima definitito “rosa” dovrà ora essere identificabile come “rosa chiaro” con lo scopo di valorizzare al massimo le storiche uve Corvina Veronese e Rondinella (oltre alla complementare Molinara) con cui viene prodotto. La Rosé Revolution porta con sé anche la forte volontà di enfatizzare le caratteristiche tipiche del vino: le inconfondibili note agrumate, la marcata sapidità e i rimandi salini che delineano l’imprinting del Chiaretto.  I vigneti destinati alla sua produzione regalano un vino dallo stile fortemente identitario e territoriale, aggettivi che appieno rispecchiano la natura di questa denominazione.

In aggiunta alla novità di questa versione digitale dell’Anteprima, un plauso va al kit di degustazione ideato dal Consorzio e inviato alla stampa:

  • due bellissime box “griffate” Chiaretto, contententi ognuna 25 campioni ( in bottigliette formato 5cl) di vino annata 2020, eccetto per due referenze del 2019 e una del 2018
  • una brochure Press kit con le informazioni salienti sull’annata, la tipologia di vino e i numeri della denominazione
  • un elenco in ordine alfabetico delle referenze in degustazione
  • un mini libro tascabile contentente notizie sulla zona, il clima, la DOC, il lago ecc.
  • tre campioni di formaggio Monte Veronese DOP (storico partner del Consorzio anche se prodotto nella zona dei Lessini) in tre diverse stagionature, da provare in abbianamento al Chiaretto (Latte intero- d’allevo mezzano 3-5 mesi e d’allevo vecchio latte di malga 12-18 mesi)

 

Altro protagonista della degustazione è stato Vignon, il produttore delle bottigliette da 5cl, perfette per l’invio e l’assaggio di tanti campioni. Dopo mesi di studio, assaggi e confronto con il Consorzio, il Presidente Franco Cristoforetti, il Direttore Angelo Peretti ed Emanuele Marelli, patron di Vignon, hanno constatato la perfetta tenuta del vino all’interno delle mini bottiglie. Sono infatti riempite di prodotto dalla bottiglia originale (si ottengono 14 vignon da una bottiglia da 0.75) in presenza di gas inerte, che ne garantisce la perfetta tenuta e lascia inalterate le caratteristiche del vino. Chapeau!

Come detto, erano presenti anche due campioni di annata 2019 e una 2018: questo sta a dimostrare come il rosato non sia per forza un vino di sola pronta beva, da degustare solo in giovane età e soltanto dell’ultima annata in commercio. Più di qualche produttore propone 2, 3 ,4 o più tipologie di Chiaretto, rimarcando come ci sia uno studio approfondito e una sperimentazione sempre più attenta alla produzione di vini rosati diversi, con vigneti o lotti di uve destinati ad affinamenti più lunghi, in anfora, acciaio e cemento.

Tra i 50 campioni degustati, pongo l’accento su alcuni che mi hanno particolarmente interessate e colpita.

  • Villa Cordevigo – Chiaretto di Bardolino Classico Gaudenzia 2018 – rosa che richiama la caramella dura alla fragola, avete presente? Spicca il floreale condito da un bouquet di frutti maturi (ananas, banana…e di colpo sei catapultato su quei meravigliosi buffet delle colazioni nei resort alle Maldive…). Sorso piccante e salido, snello e gustoso. Chissà come sarà tra un paio d’anni.

 

  • Zeni 1870 – Chiaretto di Bardolino Calssico Anfora 2019 – il rosa è intenso, corallo pieno (del resto il “rosa chiaro” è un punto di colore che è stato introdotto successivamente a questa annata) si scontra invece con un naso inizialmente più timido, come il granchio in riva al mare che fa capolino dalla sabbia, ma poi scappa via. Si apre poi su classici rintocchi di piccoli frutti rossi croccanti e in un sorso più espressivo, spinto da una signora sapidità, figlia dei suoli morenici. Bella chiusura di bocca agrumata e di erbe aromatiche fresche. Gran bel carattere.

 

  • Gorgo -Chiaretto di Bardolino Bio 2020 – Cambio repetino di nuance: rosato buccia di cipolla. L’intensità del frutto spicca con note di fragola rossa, succosa e accenni di macchia mediterranea. In bocca cattura l’attenzione con un sorso dritto, verticale, sapido e minerale e una persistenza davvero rilevante. Un salto nel futuro, pregustando un week end sul lago di Garda di puro svago e divertimento, che tanto ci mancano.

L’annata 2020 è stata tutto sommato buona, nonostante il periodo di cambiamento climatico generale. Le condizioni stagionali hanno consentito un perfetto sviluppo delle componenti aromatiche delle uve, che si ritrovano, come comune denominatore, in tutti i campioni degustati. Il microclima, unico e irripetibile del lago di Garda, ha garantito la componente di freschezza e sapidità tipiche del Chiaretto.

Lo sviluppo e la promozione della denominazione non si fermano con l’Anteprima edizione 2021: infatti, dal 21 maggio al 21 settembre torna 100 Note in Rosa, la rassegna musicale ideata e promossa dal Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino per sostenere i mondi della ristorazione e della musica, entrambi duramente colpiti dalle conseguenze della pandemia di Covid-19. Oltre cento i concerti che coinvolgeranno i wine bar e i ristoranti di Verona, della provincia e del lago di Garda.

https://www.chiaretto.pink/  https://consorziobardolino.it/

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Sara Cintelli

Sara Cintelli

Fiorentina DOCG, nata e cresciuta a Firenze, dove ancora oggi vivo e lavoro. Amo il vino, per questo sono qui. E' diventata la mia professione. Ne scrivo, lo cerco e lo racconto, nella mia mai doma ricerca di stupore.

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