La Collection del Chianti Classico diventa “CoNNection” con l’anteprima 2021

Esterno giorno. Chiostro Grande del Museo di Santa Maria Novella, complesso museale magnifico e non sempre facilmente concesso ad eventi che richiamino il grande pubblico. Ma quello in questione è stato un evento circoscritto e ben gestito dal Consorzio del Chianti Classico che, all’interno della settimana delle Anteprime Toscane, eccezionalmente (si spera) spostata da febbraio a maggio, ha organizzato l’assaggio della nuova annata in grande spolvero.

 

L’edizione 2021 della Collection è diventata anche CoNNection, consentendo ad una platea di selezionati ospiti di stampa straniera e addetti ai lavori, di degustare in presenza le nuove annate di Chianti Classico, coinvolgendo sei città in cinque paesi diversi: giovedì 20 e venerdì 21  maggio è stata la volta di Chicago, Firenze, Londra e New York; il 22 e il 23 giugno toccherà a Monaco, chiude Tokyo il 30 giugno. E’ quindi il Gallo Nero che si sposta, quest’anno, e va direttamente a trovare i mercati di punta in Europa, Asia e Nord America, scavalcando così l’impossibilità di spostarsi a causa dalla pandemia.

I numeri di questa edizione sono impressionanti: più di 2800  tra addetti ai lavori e giornalisti, occupati nella degustazione di circa 10.000 bottiglie per un totale di oltre 450 etichette proposte. Roba da far girare la testa anche senza bere!

Firenze ha accolto questa edizione con grande calore e voglia di esserci, nonostante la consueta, ahinoi, assenza dei produttori e dei banchi di assaggio in questo 2021 (come avveniva, invece, da anni, alla Stazione Leopolda), con la solita modalità delle altre Anteprime Toscane organizzate durante questa stessa settimana e la precedente iniziativa, a marzo, di Benvenuto Brunello OFF 2021

Il pubblico, selezionato tra stampa, blogger e operatori trade, ha partecipato in totale sicurezza, grazie al tampone rapido da effettuarsi all’ingresso della manifestazione (o certificato vaccinale alla mano) e le postazioni di assaggio allestite lungo il Chiostro o nella sala interna, debitamente distanziate con servizio a cura di Sommelier professionisti.

La procedura di richiesta delle etichette da degustare è stata innovativa: attraverso un sito si dovevano scegliere le referenze fino a un massimo di 6 bottiglie per ordine. Velocissimo ed efficiente il servizio.

L’altra novità è stata la possibilità di “annullare” le distanze con i produttori, raggiungendoli attraverso una piattaforma, chattando o fissando video chiamate di approfondimento per commentare in diretta i vini o fare domande specifiche. Opzione che non è stata però gran che utilizzata dai partecipanti. Niente potrà sostituire una stretta di mano, una battuta, uno scambio di punti di vista, un commento vis a vis tra produttore e consumatore, niente. Ma almeno i vini si possono assaggiare e ci si può fare un’idea dell’andamento dell’annata.

La bellezza di un evento organizzato in questa modalità e in una location a cielo aperto, ma anche al coperto, grazie appunto agli ampi spazi del Chiostro Grande, ha fatto percepire agli ospiti una sorta di “vecchia normalità”. Giovedì 20, infatti, oltre al pranzo in versione “light lunch bag” da poter consumare sul prato del chiostro, allestito con coperte e cuscini per un perfetto picnic di primavera,  si è tenuta anche la cena a buffet servito (tutti i pasti a cura del sempre eccellente Galateo Ricevimenti).

Ripensandoci, e sentendo il commento di tanti colleghi, non è poi così male spostare le anteprime da febbraio a maggio, se si fanno in certi luoghi splendidi e all’aperto (e il meteo è clemente come in questi 2 giorni!).

Un plus artistico-storico di grande livello è stato avere la possibilità di visitare la Cappella dei Papi dipinta dal Pontormo e approfittare della visita guidata dell’Officina Profumo di Santa Maria Novella, per tutti e 4 i giorni di evento, ad orari prestabiliti.

Durante la mia presenza alla Collection/CoNNection ho assaggiato oltre 100 vini compresi una dozzina di Vin Santo  passando per il Chianti Classico anteprima 2020, 2019, oltre a qualche assaggio delle precedenti annate fino alla 2015. Riserva dalla vendemmia 2018 alla 2012, per arrivare alla carrallata della Gran Selezione 2018/2012.

In generale, ho osservato la conferma di alcune aziende sia nell’annata che nelle versioni Riserva e GS di diverse vendemmie, tranne alcune eccezioni (al ribasso) sulla 2018 che non ha convinto in linea generale. Belle conferme da realtà meno blasonate che stanno invece dimostrando una costante crescita in termini di qualità.

Andiamo per annate: 2020

Chianti Classico – Anteprima 2020

  • Fattoria San Giusto a Rentennano – Freschezza e dinamicità, in un sorso dal tannino integrato e dal finale “salato”. Promette proprio bene.
  • Fattoria Le Masse – Intenso manto floreale, in bocca sprigiona sapidità e agilità senza farsi sopraffare dal tannino (biodinamico) scalpitante ma ben fatto. Bravi ragazzi, crescita continua!

2019

L’andamento stagionale è stato pressoché equilibrato con un inverno e un inizio di primavera mediamente miti e secchi, consentendo un germogliamento regolare. Le precipitazioni della tarda primavera hanno contribuito a creare  le riserve idriche utili per affrontare al meglio il calore estivo, che è stato tutto sommato regolare e con un numero limitato di piogge. Settembre, mese cruciale per la vendemmia, ha regalato bel tempo e importanti escursioni termiche che hanno permesso la perfetta maturazione fenolica delle uve, giovando, ca va sans dire, allo sviluppo del profilo aromatico. Un’annata perfetta insomma. Ritroviamo nel calice, generalmente, Chianti Classico freschi ed equilibrati dal buon rapporto tra acidità e tannini, corpo medio e un bel corredo aromatico.

Chianti Classico  2019

  • Castello di Ama – Ama senza lasciarsi influenzare dal nome, è un vino super energico, profumatissimo e dal sorso sapido e vivace. Sempre un piacere.
  • Castello di Monsanto – idem c.s.: ricco al naso di sottobosco e tabacco, fresco di erbe aromatiche. Bocca tridimensionale bilanciata da frutto, tannino e grande succosità.
  • Isole e Olena – lo so, sono rimasta in confort zone ma avevo bisogno di verificare che anche lui fosse “a posto” come sempre: intenso di oscurità di mora e liquerizia, rotondo e dinamico, balsamicità che rinfresca il sorso. Adoro
  • Riecine – l’eleganza di sempre, il sapiente equilibrio tra espressività del frutto e la struttura del corpo agile, dal sorso scattante e persistente. E complimenti ad Alessandro Campatelli, giovane e talentuoso Direttore dell’azienda, che si è aggiudicato il premio Gambelli (promosso da ASET Toscana) come migliore enologo under 40, interpretando al meglio la filosofia del Maestro Gambelli nella lavorazione del Sangiovese. Chapeau!
  • Le Masse – succo e corpo giocano a rincorrersi, fresco e agile nella sua scorrevolezza di beva

 

Difficilissimo fare menzione solo di poche aziende tra le molteplici, ottime, assaggiate: la 2019 si è presentata come un’annata altamente promettente e ben disposta a stupirci. Ricca di slancio e succosità, freschezza che inebria e bevebilità godibile già da ora.

Nomina va fatta anche per la 2019 di Volpaia, Val delle Corti e Poggerino, San Giusto a Rentennano, Luiano.

2018

Sulla 2018 “base” mi sento mi sorvolare, dopo diversi assaggi tutti pressoché “piatti”, sottotono e con un comune denominatore di frutto cotto e poco slancio, non mi soffermo oltre. Da segnalare la Riserva di Castellare di Castellina (teso, sapido e scattante) e Riecine (dove conduce, protagonista, il frutto in una beva verticale e fresca).  Menomale.

Per la Gran Selezione 2018:

  • Castello di Ama San Lorenzo – domina il frutto scuro maturo di mora e marasca. Sorso morbido e balsamico, spiccano fragole e more in una freschezza slanciata dalla sapidità e un tannino a proprio agio. Chissà domani…
  • Castello di Fonterutoli – Badiòla – menzione per la splendida luminosità  del rubino. Note di fragola matura e ribes slanciano l’olfatto. Sorso teso di agrumi rossi, chiude su accenni terziari caldi di tabacco e frutta secca che accolgono il fortunato degustatore
  • Fondodi – Vigna del Sorbo – le viti quarantenni segnano la bellezza di questa GS, più evidenti al palato che al naso (lievi accenni di frutto di bosco) dove invece marcano la beva in sapidità, freschezza di bocca e finale  lungo di tabacco e cacao

2017

  • Chianti Classico 2017  – Castell’in Villa – Teso, condotto da una trama tannica vibrante che sta al gioco del frutto elegante e fresco,  protagonista. Lunghissimo.
  • Riserva 2017 – Ormanni Borro del Diavolo Floreale vivace di rosa fresca e frutti scuri selvatici. Sorso dritto e avvolgente, che apre richiamando il frutto e chiude in un finale balsamico. Bello come il sole dopo un temporale
  • Gran Selezione 2017 – Castello di Meleto Vigna Poggiarso Spiccata nota fumé che marca il quadro olfattivo e ritorna anche al palato, dove abbraccia un tannino di medio spessore e una freschezza ad equilibrare la beva.

2016

  • Chianti Classico 2016 – Podere l’Aja  bouquet di fiori essiccati e mora in confettura ne fanno un vino intenso al naso tanto quanto al palato, dove il tannino rimane ancora graffiante e protagonista. Decisamente vivace e longevo
  • Riserva 2016 – Lornano  – Rosa rossa e ciliegia marasca occupano la scena olfattiva, cui si unisce un lieve accenno di tostatura. Scorrevole e pieno, il sorso fresco dalla spiccata sapidità richiama a una beva agile e invitante.
  • Gran Selezione 2016 – Capannelle (campione da botte) Rubino all’occhio, con riflessi aranciati da cui non ti aspetti uno slancio di frutto così croccante, unito a note di spezie dolci. Bella l’acidità a supporto del sorso in un finale agrumato molto fresco e persistente

2015

  • Chianti Classico 2015 – Montemaggio  – Si dimostra, in ogni versione e annata (vedi la successiva descrizione della GS 2013), molto apprezzabile per il frutto in primo piano, sapientemente lavorato per estrarne freschezza dominante e trama tannica perfettamente integrata, a sostegno del sorso.
  • Riserva 2015 – Tenuta di Carobbio  – ciliegia matura e caffè si sprigionano intensi. Acidità a slanciare note di torrefazione, caramella mou in un finale balsamico inebriante
  • Gran Selezione 2015 – Lecci e Brocchi Celerarium  piccoli frutti neri in confettura (mora, mirtillo), si ritrovano anche al sorso intrigante, agrumato di arancia rossa e fresco. Tannino in vista, finale di media lunghezza.

Andando più indietro nel tempo, la Gran Selezione 2013 di Montemaggio è valsa l’assaggio: complesso di frutto nero maturo e intenso, caramella alla fragola. Sorso energico, ruota a 360° sul palato con un’ottima acidità  e vivace nota salina. Torna il frutto in chiusura di bocca, dominato da agrumi freschissimi

VIN SANTO DEL CHIANTI CLASSICO DOC

  • Caparsa 1999 – ambrato, bellissima luminosità. Denso e vellutato, miele di castagno e noci, fichi secchi e lieve ricordo di distillato. Fresco e suadente, longevo e mai stancante
  • Fattorie  Melini 2001 – sentori marini, ricordi di scoglio bagnato rinfrescano la frutta secca che emerge protagonista. Sorso fresco e finale quasi eterno. Una coccola irrinunciabile
  • Isole e Olena 2009 – media intensità olfattiva che lascia tutta la scena alla beva slanciata di mandorla e zucchero filato, albicocca secca e miele, bilanciati dalla splendida acidità, invitando al prossimo sorso. Sempre al top
Sara Cintelli

Sara Cintelli

Fiorentina DOCG, nata e cresciuta a Firenze, dove ancora oggi vivo e lavoro. Amo il vino, per questo sono qui. E' diventata la mia professione. Ne scrivo, lo cerco e lo racconto, nella mia mai doma ricerca di stupore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe interessarti anche

Vuoi far crescere la tua attività nel wine business?